lunedì 3 luglio 2017

Giovedì va in scena: 1799 la Rivoluzione Napoletana

Il 6 Luglio 2017 ore 22:00 presso il cortile del Palazzo d’Avalos avrà luogo lo spettacolo di danza-teatro 1799 La Rivoluzione Napoletana prodotto da Frentania Teatri, e sostenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Abruzzo, ACS (Abruzzo circuito Spettacolo) e Arci Vasto.

L’evento si svolgerà in collaborazione con il Comune di Vasto e con la Società Vastese di Storia Patria. Dopo lo spettacolo ci sarà l’intervento della professoressa Gabriella Izzi Benedetti che contestualizzerà gli eventi del 1799 nel territorio vastese.


In basso i dettagli sullo spettacolo:

1799 La Rivoluzione Napoletana Con Carlo di Borbone dal 1734 si ha un riformismo illuminato del
Regno di Napoli. Tutto cambia con l’inizio del regno di Ferdinando IV e Maria Carolina. Siamo nel 1790 e la diffusione delle nuove idee della Rivoluzione Francese tra le classi illuminate venne accolta da una politica fortemente repressiva. Con l’arrivo dei francesi a Napoli e la fuga dei sovrani in Sicilia, nel 1799 viene proclamata la Repubblica Napoletana. Ma con il ritiro delle truppe francesi e l’avanzata delle truppe dei sanfedisti, dopo pochi mesi venne ristabilito l’ordine preesistente. Il quadro storico riportato è quello in cui si sviluppa e prende vita 1799, una fusione tra il movimento del corpo e le parole dei grandi illuminati dell’epoca: Cuoco, Pagano, Vannucci. Pochi elementi simbolici che racchiudono la profondità dei pensieri rivoluzionari. Il teatro, la danza, strumenti di integrazione in sintonia con il pensiero giacobino per il quale si sono sacrificati tanti intellettuali meridionali. La regia è del direttore termolese Giandomenico Sale.


1799 vede in scena, insieme alla coreografa e danzatrice Gisela Fantacuzzi, due giovani performer africani, Daouda Diallo e Keita Mamadou, ospiti del centro d’accoglienza per migranti Villa Diamante, gestito dall’ Arci. Due ragazzi neri che diventano giacobini, sanfedisti, boia, vittime. Un colore della pelle non “italiano” che rappresenta a pieno gli italiani del Regno di Napoli: estrema miseria da un lato ed estrema ricchezza dall’altro, meridionali contro meridionali nel nome di un re spagnolo o di un generale francese. Il meridione del 1799 e gli stati africani di oggi, similitudini dimenticate dal mondo contemporaneo che vanno riportate alla memoria collettiva. La rivoluzione del 1799 ha lasciato con quelle idee, con quelli scritti, con quella prima costituzione repubblicana, pensieri che parlano di democrazia, di equità, ma: “Tutto si può fare, la difficoltà è solo nel modo. Noi possiamo giungere col tempo a quelle idee… Tutto il segreto consiste in sapere donde si debba incominciare.” Vincenzo Cuoco

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