lunedì 17 luglio 2017

Ciclismo anni 50: un brutto incidente d'auto crea seri problemi a Nicolas Barone

La carriera si blocca: poche altre gare dopo l'incidente
QUARTA PUNTATA DI 4

 di LINO SPADACCINI

Dopo i successi del 1957 la notorietà di Nicolas Barone cresce notevolmente a livello internazionale. Ormai tutti gli addetti ai lavori si accorgono delle grandi qualità di quest'ottimo corridore, dalla faccia pulita, contraddistinto dall'umiltà e tanta determinazione.
Il 1958 è ancora un buon anno per il ciclista di origine vastese, segnato da alcune vittorie e piazzamenti di rilievo in classiche internazionali. Ricordiamo la vittoria nella Cazes-Mondenard a ridosso dei Pirenei, il secondo posto nel
Circuito d'Aquitaine, a Oradour-sur-Glane e a Nouan-le-Fuzelier, il terzo posto a Oradour-sur-Vayre ed il quarto posto assoluto al Giro del Lazio, ed ancora l'ottavo posto alla Sei giorni di Parigi ed il decimo posto alla Milano-San Remo. Altro grande successo, bissato l'anno successivo, è la Parigi-Camembert: una semi-classica del ciclismo francese tra il dipartimento de l'Orne e la Bassa-Normandia, con un percorso di 200 chilometri piuttosto difficile ed un finale con pendenze tra il 9% ed il 17%.
Il 1959 si apre ancora con dei buoni piazzamenti, ma la stagione, e non solo quella, è condizionata da un gravissimo infortunio.
La notte tra il 7 e l'8 giugno, di ritorno dal Critérium di Dauphine, la macchina di servizio della Rafhael-Geminiani su cui viaggia, guidata da Jean-Claude Annaert, a 15 chilometri da Lione esce di strada in curva. Nicolas Barone al momento dell'incidente dorme. Non si accorge di nulla e riprende conoscenza solo nella camera d'hotel, dopo il suo trasferimento dall'ospedale di Lione. La diagnosi è inesorabile e cade come un macigno sul futuro del ciclista: frattura dell'anca all'altezza del collo del femore. I tempi previsti per il recupero saranno di sei mesi, di cui due dovrà rimanere totalmente immobile.
Cosciente della gravità dell'infortunio, Nicolas non perde la voglia di combattere e di mettersi alle spalle questo brutto periodo. Nel mese di settembre, cosìrisponde al giornalista de Le Miroir des Sports: "Mes radios sont très bonnes. Je n'ai presque pas d'atrophie musculaire puisque je n'ai pas été plâtré. J'espère que le médicin m'autorisera à me passer de béquilles avant le 15 décembre. Remarque, je ne lui demanderai rien, mais enfin, si je peux seulement gagner huit jours…".
Saranno mesi molto difficili, anche dal punto di vista psicologico:rimanere a casa tutto solo, con la moglie a lavoro, e passare il tempo a guardare la televisione, ascoltare la radio o leggere qualche libro non è facile, soprattutto perché il pensiero va al suo futuro e se sarà in grado di tornare in sella alla sua bicicletta.
Grazie a tanta determinazione e buona volontà, Nicolas Barone torna ad allenarsi e gareggiare. Partecipa ad alcune gare importanti, conseguendo anche un quarto posto alla Parigi-Valenciennes. Ma la forma non è più quella di un tempo e Nicolas ha la lucidità per capire che è meglio abbandonare.
Dopo il ciclismo Nicolas si butta nel settore immobiliare e nel commercio con l'apertura di salone per parrucchieri a Créteil insieme a Paulette. Intorno alla metà degli anni '70 si trasferisce definitivamente a Mougins (Villa la Source, Boulevard Courteline), nel Dipartimento delle Alpi Marittime. Dopo la morte di Paulette, con cui ha avuto un figlio, Laurent, convive per circa dieci anni con Colette e successivamente con Mireille, senza mai risposarsi.
La passione per il ciclismo è sempre rimasta nel cuore di Nicolas e per tanti anni ricopre la carica di presidente dell'AvenirCycliste de Mougins, invitando regolarmente gli amici del club e i vecchi campioni nella sua villa. Ma ironia della sorte, proprio sulla bicicletta, che nel passato gli aveva dato onore e gloria, trova la morte. Il 31 maggio del 2003, durante un giro in bici nei pressi di Mougins, a tre chilometri da casa, muore per insufficienza cardiaca.
Se n'è andato un uomo ricordato per la sua grande generosità e fedeltà totale nell'amicizia, così lo ricorda chi l'ha conosciuto e gli è stato accanto negli ultimi anni.
Gli amici del Club hanno voluto apporre una lapide sul luogo dell'incidente, in ricordo del loro presidente e, soprattutto, amico, e rendono regolarmente omaggio alla sua tomba.
Al termine di questo ricordo, permettetemi un ringraziamento a Luigi Barone e alla sua famiglia, per aver fornito alcune preziose notizie e per le belle foto di famiglia, ed a Claude Maurice ed agli amici dell'AvenirCycliste de Mougins.

Lino Spadaccini





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