La
mattinata del 13 agosto del 1957 il Prefetto di Chieti, Carlo Benigni, visita
le colonie marine di Vasto per rendersi conto delle condizioni in cui vengono
ospitati i tanti ragazzi vastesi e provenienti dai centri vicini ed anche da
fuori regione.
Ad
accogliere ed accompagnare nella visita l'illustre ospite, l'on. Remo Gaspari,
il Sindaco di Vasto Idiano Andreini, il vice Sindaco Roselli, don Giovanni
Pellicciotti e, naturalmente, don Nicola Di Clemente, parroco di S. Maria
Maggiore e presidente dell'Opera Diocesana di Assistenza.
Dopo
la visita, il Prefetto si è congratulato con don Nicola
ed i suoi collaboratori "per la
organizzazione e l'ottima salute dei piccini affettuosamente assistiti non solo fisicamente, ma anche moralmente".
organizzazione e l'ottima salute dei piccini affettuosamente assistiti non solo fisicamente, ma anche moralmente".
Ogni
bambino ha ricevuto personalmente dalle mani dell'illustre ospite un
piccolo dono.
Successivamente
il Prefetto Benigni ha visitato i ragazzi della numerosa colonia della
Capitanata diretta dalla sig.ra Maria Siani e dalle sue collaboratrici.
"Accolto da canti e da applausi", si
legge sulle colonne de Il Messaggero,
"il Prefetto ha baciato caramente il
fanciullo Francesco De Palo, che ha rivolto un affettuoso saluto al Capo della
provincia. Ordine e pulizia regnano scrupolosamente in tutte le camerate delle
Scuole elementari, dove è ospitata la Colonia e con piacere è stato notato che
la infermeria è vuota".
Nella
stessa occasione il Prefetto ha avuto un incontro cordiale con l'industriale
Carlo Della Penna, tornato dall'Argentina per le vacanze estive, fondatore
dell'Asilo d'infanzia.
Le
colonie sono andate progressivamente scomparendo. Se un tempo erano soprattutto
i comuni o le associazioni, soprattutto cattoliche, ad organizzarle, dietro
pagamento di un minimo contributo, diventando una forma di assistenza sociale
per tutti coloro che non potevano permettersi una vacanza, oggi sono davvero in
pochi i comuni che offrono questo servizio e, comunque, per un numero limitato
di partecipanti. Resistono ancora i campeggi estivi organizzati dalle
parrocchie oppure dalle grandi ditte private per i figli dei loro dipendenti,
in centri attrezzati o comode strutture alberghiere, se non addirittura in
divertenti parchi acquatici, come è il caso nella nostra zona.
Lino
Spadaccini
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