giovedì 22 giugno 2017

INAUGURATA A VASTO LA NUOVA SEDE LEGALE DELL’ISTITUTO CULTURALE ROTARIANO

Un evento di grande interesse culturale si è svolto sabato 17 giugno 2017, presso la sede dell’Istitutoin Via Bafile, su iniziativa del Rotary Club di Vasto: il trasferimento dell’Istituto Culturale Rotariano italiano e il suo patrimonio culturale dalla Città di Milano a quella di Vasto.
Per illustrare ampiamente la
rilevanza storico-culturale sia della documentazione e sia dell’Istituto Culturale, è stato programmato un convegno con vari interventi, moderati dal socio e presidente incoming Christian Lalla.

Il saluto ai presenti è stato portato dal Presidente del club, Gen. Gianfranco Rastelli, che ha tenuto a sottolineare come in questo suo anno rotariano il club abbia svolto, in sintonia con altre Associazioni, un grande impegno di “service” sia sul piano sociale che su quello culturale, coronando con il trasferimento della sede legale dell’Istituto Culturale da Milano a Vasto un percorso di grande amore per la nostra città attraverso altre iniziative che hanno sempre più legato il Rotary a Vasto (basti pensare al Monumento della Pace e all’intitolazione di un Viale al fondatore Paul Harris).

Ha preso la parola il sindaco Francesco Menna che si è detto onorato per questa ulteriore presenza culturale del Rotary Club, un’associazione che ha sempre patrocinato grandi iniziative con senso di responsabilità e di amore per la città del Vasto.

E’ seguito l’intervento dell’Avv. Luciano Lapenna, Presidente dell’Anci Abruzzo, che ha ringraziato sia il Rotary che la famiglia Marrollo per questa importante presenza di un Istituto, che con il suo voluminoso materiale arricchisce sul fronte culturale la nostra città.

Molto incisiva è stata la relazione, tenuta dal Presidente dell’Istituto Culturale Rotariano, dott. Luigi Falasca, il quale ha ripercorso la storia dell’Istituto.

“L’ICR – ha esordito Falasca – fu costituito a Milano il 10 Ottobre 1972 su iniziativa dei governatori degli allora 5 Distretti Italiani (184,186,187,188,190) con lo scopo di "promuovere la comunicazione, pubblicare riviste e documenti atti alla diffusione del pensiero e degli ideali rotariani". Derivava dall’Istituto perle pubblicazioni e studi rotariani, che era stato fondato il 24 Giugno 1972. Il 9 Febbraio 1999, con un decreto del Ministero degli interni, l'Istituto fu riconosciuto Ente Morale. Tutti i rotariani ne erano soci e versavano, tramite idistretti, una quota annua individuale”.

“L'ICR – ha aggiunto Falasca - ha avuto un ruolo molto importante nel Rotary Italiano in quanto rappresentava il punto di unione dei diversi Distretti e permetteva anche di definire un sistema Rotary Italia che poi ha sempre avuto difficoltà a rappresentarsi. Sin dall’anno della sua istituzione, si è interessato della pubblicazione della rivista "Rotary" e dell'Annuario generale dei soci di tuttii Distretti italiani. In seguito si impegnò in alte importanti iniziative quali: la creazione e la gestione del centro di documentazione dell'ICR, deputato a conservare, catalogare, archiviare e rendere disponibile per rotariani e non tutte le pubblicazioni, i libri, i fascicoli, documenti, studi che i di Distretti italiani producevano; il coordinamento del Centro nazionale per lo Scambio giovani che, inserendosi nel prestigioso programma del RI, rese operativo nei distretti italiani una delle più belle e significative iniziative rotariane; il mantenimento de "La Maison d'Italie", casa dello studente e del ricercatore nella Città Universitaria d Parigi. La Maison d'itale si inquadrava in quel sistema di fondazioni che costituivano la Citè universitaire creata a Parigi tra le due guerre per dare a giovani di tutto il mondo, più meritevoli e meno fortunati economicamente, la possibilità' di vivere uno spazio di socialità in un ambiente dove il soddisfacimento dei bisogni materiali ed il perseguimento di un ideale umanistico e cosmopolita, propri dell’ICR si integravano perfettamente”.

A questo punto il relatore ha raccontato l’inizio del disgregamento dell’Istituto, avvenuto nel 2005, fino alla proposta dello scioglimento nell’assemblea straordinaria del 26.10.2006. Per fortuna la proposta non fu accettata, e si potè salvaguardare il Fondo di dotazione.

“Fu in quell’occasione – ha precisato Falasca – che il past Governor Riccardo Marrollo, presente all'Assemblea, offri la disponibilità di conservare il patrimonio librario presso la sua Azienda. Il materiale cartaceo, assieme alle scaffalature fu portato temporaneamente in una struttura rotariana di Milano, in piazza 5 giornate, finché, grazie all'impegno di Riccardo Marrollo, fu poi trasportala Vasto e deposita presso la sua Azienda”.

“L’augurio – ha concluso Falasca – è che dalla importante iniziativa di oggi riparta anche l’attività dell’Istituto Culturale Italiano richiamando la partecipazione degli altri Distretti e coinvolgendo anche la Associazione dei PDG Italiani”.

Particolarmente interessante è stato anche l’approfondimento del past Governor Francesco Ottaviano che ha parlato del ricco materiale presente negli scaffali dell’Istituto, dove è possibile ritrovare le radici storiche del Rotary in Italia e soprattutto il rapporto del Rotary con la Chiesa Cattolica. Materiale che si spera possa essere di stimolo per la ricerca universitaria.

Riccardo Marrollo, emozionato, ha esplicitato in un suo breve intervento la gioia di aver salvato dal “macero” tutto il prezioso materiale librario, ripercorrendo le fasi dei suoi interventi per riportare il tutto a Vasto, con spese a suo carico. Un lungo e sentito applauso ha coronato l’impegno di questo socio rotariano “Mecenate della Cultura”.

Ha chiuso il Convegno il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, dott. Stefano Pallotta, che ha richiamato tre elementi: l’importanza del mecenatismo oggi, la valenza associativa e culturale del Rotary (di cui ha parlato anche Gramsci nelle sue lettere dal Carcere), e infine lo stimolo a leggere il bel volume del vastese Ernesto Cianci su “Il Rotary nella società italiana”, dove l’illustre autore ha analizzato con estremo acume i contrasti ma anche le connessioni vivissime che potevano, e possono, istituirsi tra le componenti di una società estremamente complessa come quella italiana.

LUIGI MEDEA







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