giovedì 22 giugno 2017

IL PAPA HA VISITATO LE TOMBE DI DON PRIMO MAZZOLARI E DON LORENZO MILANI

di NICOLANGELO D'ADAMO
I giornali mezzo mondo hanno raccontato le due storiche visite di Papa Francesco: una preghiera sulla tomba di don Primo Mazzolari e, subito dopo, una preghiera sulla tomba di don Lorenzo Milani. Ma se la riabilitazione dello “scomodo” parroco di Bozzolo è già a buon punto con il rapido procedere della causa di beatificazione, più lenta, e finora complessa, era apparsa la riabilitazione di don Milani, almeno ufficialmente. Ma a cinquanta anni dalla morte due episodi ripropongono prepotentemente all’attenzione, non solo italiana, la figura e l’opera di don Milani: Sul finire dell'anno scolastico la Ministra Fedeli ha deciso di raccogliere le scuole italiane in una giornata su don Lorenzo Milani: insomma una consegna di don Milani come "compito delle vacanze" che sarà impreziosito dagli interventi di alcuni allievi della Scuola di Barbiana, della stessa Ministra e del Presidente della Consiglio di Stato Alessandro Pajno. E poi la visita personale del Papa alla tomba di don Lorenzo a Barbiana. Con questi due gesti, del Governo e del Papa, si chiude un’epoca, una brutta storia di cattiverie, umiliazioni, vere e proprie vendette poste in essere sia dalla chiesa fiorentina, dapprima con il trasferimento di don Milani a Barbiana, una povera parrocchia di periferia senza neppure la corrente elettrica, e poi il dileggio, l'isolamento, la violenza istituzionale e personale;sia da parte della giustizia italiana che lo processò e condannò in secondo grado, sentenza pronunciata a futura memoria dopo la morte di don Lorenzo, colpevole di aver difeso coloro che i cappellani militari avevano bollato come vili per il loro rifiuto della guerra (obiettori di coscienza). “Una sentenza che resta come una macchia sulla nostra giustizia (e che volendo il CSM potrebbe riconoscere regalando a tutti i presidenti delle corti d'appello l'opera di don Milani con la raccomandazione vivissima e autorevole di leggerla come gesto di penitenza)” (Alberto Melloni, 05 giugno 2017).

Ora compito delle istituzioni sarà la massima diffusione degli scritti di don Milani, a cominciare dalla importantissima “Lettera ad una professoressa”, perché ne prendano conoscenza i giovani e facciano propria la celeberrima massima che campeggiava all’ingresso della Scuola di Barbiana; “ICare”, “ me ne importa!”, che è l’esatto contrario di un’ altra famosa massima di moda durante un lugubre ventennio del secolo scorso: “Me ne frego!”.

Chiudo questo ricordo di Don Lorenzo Milani ricordando una bella iniziativa promossa dell’UNESCO, sez. Di Vasto, con l’intitolazione al prete di Barbiana di una strada cittadina.

NICOLANGELO D’ADAMO




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