giovedì 1 giugno 2017

Don Cesario e la tribuna in stile corinzio che rovinò la chiesa di S. Antonio di Padova

San Pietro Roma: la tribuna che
 affascinò don Cesario
di Lino Spadaccini

A Vasto ancora oggi viene spesso ricordata la figura del cappellano don Cesario Marchesani per le vicende legate alla chiesa di Sant'Antonio di Padova.
Nel 1875, don Cesario recatosi a Roma per il Giubileo, rimase impressionato dalla maestosa tribuna in bronzo realizzata dal Bernini, che Papa Urbano VIII aveva fatto costruire sopra l’altare maggiore della chiesa di S. Pietro.

Quindi, tornato a Vasto, decise di far realizzare un'analoga tribuna, ovviamente di proporzioni minori. Così diede l'incarico della progettazione prima all’ing. Pietro Romano, il quale, dotato di buon senso, rifiutò di deturpare l’interno della chiesa, e poi ad un altro ingegnere meno scrupoloso, che progettò una tribuna in stile corinzio, mentre tutta la chiesa era in stile barocco.

L’opera venne presto realizzata e sulla parte frontale della cornice, don Cesario fece collocare un grande stemma pontificio con la scritta
PIVS. P. IX. A. D. 1878.
Luigi Anelli ricorda che quando il pittore Filippo Palizzi tornò a Vasto nell’estate dell’anno successivo, quando vide quello sconcio esclamò: "Quel che non fece il Saraceno a Buca, ha fatto Don Cesario a S.Antonio!", parafrasando la celebre pasquinata contro papa Barberini, che per la tribuna di San Pietro aveva permesso che fossero adoperati i bronzi provenienti dal Pantheon.

Negli anni '20 del secolo scorso, dopo i lavori di restauro effettuati per le cattive condizioni in cui versava il tetto della chiesa, scoppiò un'accesa polemica tra le pagine de Il Vastese d’Oltre Oceano, portata avanti dal direttore Luigi Anelli, affinché si abbattesse la tribuna di ordine corinzio.

Grazie anche al parere favorevole del direttore dei lavori, l'ing. Antonio Izzi, nell’ottobre del 1928, la tribuna venne finalmente abbattuta.

Qualcuno afferma che lo spirito di don Cesario ancora oggi aleggia sulle chiese vastesi. Chissa!



Lino Spadaccini




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