lunedì 12 giugno 2017

DE MITA A VASTO PER PARLARE DI SPATARO


Così l'On.Le Remo Gaspari descriveva il Sen. Giuseppe Spataro nel suo discorso commemorativo tenutosi a Vasto nell'aprile 1984.
"Protagonista schivo, ma fondamentale dei grandi eventi e delle enormi trasformazioni civili, morali, economiche, sociali e politiche che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese dalla fine della prima guerra mondiale. Questo suo farsi da parte, non mettersi sotto i riflettori, è dato dal fatto che Don Peppino il suo apporto ha sempre inteso fornirlo alla sua, alla nostra maniera, alla maniera abruzzese, una maniera fatta di operosità silenziosa, senza ostentazioni, oscura ma continua, fedele, incessante, concreta, più di fatti che di parole, perchè ognuno di noi sente che è doveroso dare: è un dare che non pretende remunerazioni di qualsiasi tipo"

Così l'On.Le Remo Gaspari descriveva il Sen. Giuseppe Spataro nel suo discorso commemorativo tenutosi a Vasto nell'aprile 1984.

Oggi uomini come Spataro sono assenti dalla scena politica locale, regionale e nazionale e la Scuola di Formazione Politica Fo&Pa e i Democratici Cristiani Per l'Abruzzo intendono, con una serie di eventi dal titolo "Per non dimenticare, anzi per ricordare", rievocare e fare conoscere l’attività dello Statista Vastese considerato uno dei protagonisti, insieme a De Gasperi, del nostro dopoguerra.


RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UN SENTITO RICORDO DI LUCIO BASSO RITUCCI EX ASSESSORE DEMOCRISTIANO

Perchè voglio ricordare don Peppino Spataro
di Lucio Basso Ritucci

Dall’età di sei anni ho conosciuto Don Peppino Spataro attraverso i racconti di mio padre. All’età di 14 anni mi sono iscritto per la prima volta alla Democrazia Cristiana - Sezione Giuseppe Spataro. La mia vita politica di democratico cristiano ha avuto sempre come riferimento Don Peppino. Nel periodo universitario a L’Aquila, nel Movimento studentesco ho continuato a portare avanti quell’esempio. Altrettanto ho fatto da Consigliere comunale ed Assessore. Ho partecipato a Roma al suo funerale in rappresentanza dell’Amministrazione comunale. Mi sono adoperato insieme al Sindaco di allora alla realizzazione del suo busto, realizzato dall’artista Mario Pachioli di Vasto, sito in Piazza del Popolo .

Negli anni successivi ho sempre portato avanti come politico il suo pensiero.
“Spataro è stato maestro di vita e d’impegno di vita, almeno per generazioni di abruzzesi e di italiani”, “silente interprete, protagonista schivo ma fondamentale dei grandi eventi, delle enormi trasformazioni civili, morali, economiche, sociali, politiche che hanno caratterizzato la storia del Paese”. “Ma questo farsi da parte, non mettersi sotto i riflettori probabilmente, anzi certamente, è dato dal fatto che don Peppino il suo apporto ha sempre inteso fornirlo alla sua, alla nostra maniera, alla maniera abruzzese, una maniera fatta di operosità silenziosa senza ostentazioni, oscura, ma continua, fedele, incessante, concreta, più di fatti che di parole, perché ognuno di noi sente che è doveroso dare: è un dare che non pretende remunerazioni”. (Dal discorso commemorativo di Remo Gaspari).[…]
Troppo poco, a mio giudizio, è stato fatto finora perché la sua azione, la sua opera fossero portate alla luce. (..) La ricorrenza dei trentuno anni dalla sua morte poteva offrire l’opportunità per il rilancio, per la riscoperta di questa personalità (e per molti giovani potrebbe essere una sorpresa), che seppure non ebbe l’aureola e l’alone dei grandi capi carismatici del PPI e della DC, rappresentò e rappresenta uno degli interpreti più efficaci, una delle anima più nobili del movimento cattolico di oltre mezzo secolo. (…)
Mi sembra giusto così opportuno concludere ricordando il suo messaggio (quasi un testamento) nel sessantesimo anniversario del Partito Popolare. “Solamente nella Democrazia Cristiana coesistono libertà, giustizia, ordine - libertà ed è tale solo quando può essere esercitata dall’ultimo dei cittadini. Giustizia che deve ridistribuire dei rapporti, equamente, attraverso una revisione dei rapporti, tra tutti i cittadini; la ricchezza del Paese, che tutti concorrono a crescere, dall’operaio al dirigente. Autorità che significa distinzione di responsabilità a differenti livelli e che è, in una società realmente democratica, più un onere che un onore. Ordine che non significa solo ordine pubblico, che in apparenza e provvisoriamente potrebbe essere realizzato da un regime di forza, ma che vuol dire partecipazione di ognuno, nel proprio giusto ruolo, verso l’obiettivo di un’armoniosa crescita della Società”.

Lucio Basso Rituccci
ex Assessore DC al Comune di Vasto

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