mercoledì 12 aprile 2017

Quando San Giuseppe era il Convento di S. Agostino

di GIUSEPPE CATANIA

Vi è un prezioso volume di cui è autore Giuseppe de Benedictis (1697-1702) dal titolo emblematico "Memorie istoriche del Vasto e dissertazione sulle iscrizioni lapidarie e sul culto di Giove Ammone "(ristampa "II Torcoliere" 2005). Tra le contrade che delimitavano la città anticamente vi è quella denominata "Contrada della Piazza" che oggi è indicata con una scritta quasi illeggibile "Piazza L.V. Pudente" a dimostrazione dell'incuria che è ormai caratteristica della toponomastica urbana di Vasto. Ridente e caratteristica perché, come ricorda il de Benedictis, "vi stavano olmi ed il Viti che si leggeva in uno istromento rogato da Notar Attanazio di Vigilanza nel 1449 agli 8 di febbraro in plano S. Augustini propre ulmun" Apprendiamo così che in questa contrada c'era il convento di S. Agostino che, riferisce il Viti "per innanzi si chiamasse S. Margherita, come habbiamo per tradizione celebrandosi i "Frati per sino
al giorno d'oggi la Festa di quella Santa" II Convento di S.Agostino era il più vecchio di quel tempo nella provincia d'Abruzzo come si può notare in uno scritto nell'ornamento della facciata della Cattedrale di San Giuseppe, reca la data del 1293 e che tale ornamento del portale è stato eseguito da mastio Ruggero de Fragenis (Fraine). Nel convento di S.Agostino fece la professione religiosa il Beato Angelo da Furci e "avendo fatto un straordinario profitto, fu stimato degno nel pubblico esame, che faceasi nel fine del suddetto quinquennio di essere mandato nello studio generalissimo di Parigi ove non costumava in quei tempi la Religione d'inviare fuori dei soggetti di straordinaria aspettazione". Il Beato Angelo quando si recò a Parigi aveva 25 anni (era nato nel 1346). Fra le curiosità legate al convento di S.Agostino vi è una eredità lasciata dalla nobildonna Virgilia Magnacervo, tutti i libri da custodire in una libreria a servizio dei frati e lel pubblico, con farcene venire ordine sotto pena di scomunica, che non si possano amovere da detta libraria".
Scrive il de Benedictis "anticamente innanzi alla chiesa di S. Agostino si passeggiava sotto un atrio coverto. La fonte di oggi si vede in Piazza fu a' giorni nostri fatta fabbricare dal signor Marchese di Pescara e fu nel 1629".
 "In questa Chiesa - scrive il de Benelictis - fu eretta la Confraternita della Carità seu della Morte come dice il Viti nell'anno 1577 e fu aggregata all'Arciconfraternita di Roma nell'anno 1609 sotto il Pontificato di Paolo V per la partecipazione all'indulgenza che da diversi Sommi Pontefici sono state concesse alla medesima Arciconfraternita. Questa Confraternita associa li morti senza pagamento si de Ricchi,come de Poveri, a differenza dell'altre che coll'associatura esigono l'emolumenti".
GIUSEPPE CATANIA

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