martedì 18 aprile 2017

FAKE NEWS: UNA RIFLESSIONE DI ROCCO DI SCIPIO (Dirigente scolastico in pensione)

Il galateo del web: sempre connessi, ma con stile
di  Rocco  DI  SCIPIO

Fino a metà degli anni novanta, l’accesso ad Internet era assai complicato in quanto richiedeva una  notevole perizia e delle competenze da iniziati.
La facilità con la quale oggi é
possibile collegarsi ad Internet ha comportato, accanto al dato positivo della accessibilità ai più svariati tipi di informazioni da parte di un sempre maggior numero di persone, l’effetto negativo dell’uso non corretto dei dati e delle informazioni presenti in rete.
In Internet regna un’anarchia ordinata, in quanto non esiste una autorità centrale che regolamenti cosa si può fare e cosa no, né esistono organi di vigilanza. È, quindi, demandato alla responsabilità di ognuno il buon funzionamento delle cose. Si può pertanto decidere di entrare in Internet come persone civili o, al contrario, si può utilizzare la rete comportandosi da predatori saccheggiando le risorse presenti in essa o peggio alimentando la disinformazione. Sta a ciascuno decidere come comportarsi.
Utilizzando Internet si accede ad una massa enorme di dati messi a disposizione spesso gratuitamente da altri utenti. Pertanto bisogna portare rispetto verso quanti, in maniera volontaria, hanno prestato e prestano opera per consentire a tutti di accedere a dati e informazioni che altrimenti sarebbero patrimonio di pochi o addirittura di singoli.
Al punto in cui siamo, risulta oramai chiaro che le cose potranno continuare a funzionare solo in presenza di un’autodisciplina se non di buone maniere.
Comunque, che si tratti di vita reale o di spazi virtuali su internet, c’è una regola fondamentale per tutti: le buone maniere e la cortesia ripagano sempre.
Nello specifico di internet, è stato coniato il neologismo  “netiquette”,  neologismo che unisce il vocabolo inglese  “network”  (rete)  con quello francese  “étiquette”  (buona educazione).
È un insieme di regole che disciplinano il comportamento di un utente di Internet nel rapportarsi agli altri utenti attraverso risorse come  newsgroup, mailing list, forum, blog, reti sociali o  email  in genere. Purtoppo il rispetto della “netiquette” non è imposto da alcuna legge.
Problema nel problema è poi  “il tema delle bufale”  o  “fake news”  (notizie false)  sui social network  (anzitutto Facebook, Twitter & Co).
La disinformazione e le notizie false non tutelano il nostro diritto a essere informati correttamente. È quindi necessario presidiare i contenuti che vengono pubblicati anche per evitare sproloqui offensivi, xenofobi o altro che stanno provocando l’apertura di un vero e proprio fronte dell’odio.
È notizia proprio di questi giorni che il governo tedesco ha presentato una bozza di legge che impone maxi sanzioni alle piattaforme che  non dovessero cancellare i discorsi di incitamento all’odio o le bufale diffuse online.
Il ministro della Giustizia tedesco Heiko Maas, ha giustificato la severa stretta sui contenuti delle pagine di Facebook e compagni con il fatto che sono troppo pochi i contenuti illegali che vengono cancellati ed è troppo lento il procedimento con cui vengono cancellati.  Ha inoltre  puntato il dito contro i social network  che non prendono abbastanza sul serio le denunce degli utenti.
Anche il Parlamento italiano si appresta ad affrontare il tema. È la stessa Presidente della Camera, Laura Boldrini, ad intervenire sul caso delle bufale online annunciando un’azione concreta: il  “debunking” (il debunking  è l’attività che smaschera le bufale attraverso una verifica attenta e puntuale sulle fonti e sulla trasmissione della notizia). L’obiettivo è quello di smascherare le “fake news” coinvolgendo i social network i quali, pur avendo gli strumenti tecnici per farlo, non compiono azioni di vigilanza e anzi spesso incamerano parte dei guadagni prodotti dalla circolazione delle bufale. In più, il modo in cui vengono presentate le notizie in molti social network rende difficile distinguere la vera fonte delle notizie, perché tutte vengono presentate con la stessa grafica. Anche i telefonini hanno le loro responsabilità involontarie: il loro schermo piccolo mostra meno informazioni di un monitor da computer e rende difficile distinguere i dettagli che potrebbero far capire se si tratta di una bufala o di un sito di finte notizie acchiappa-click. In queste condizioni è davvero difficile, per l’utente, distinguere la qualità di quello che gli compare sullo schermo”.

I governi cominciano a dare segnali importanti per un’azione di contrasto che passi attraverso una regolamentazione. La battaglia contro le falsità condivise e non verificate è però appena cominciata.
ROCCO DI SCIPIO

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