sabato 31 dicembre 2016

Stasera la "Prediche di Fabbrezije": Te Deum in ringraziamento dell'anno trascorso

di LINO  SPADACCINI

Nell’ultimo giorno dell’anno,solenne celebrazione a S.Maria Maggiore con i 365 rintocchi della campana grande, la prèdeche de Fabbrezije ed il suggestivo canto del Te Deum,  in ringraziamento al Signore per l’anno appena trascorso.

Questa funzione, in origine, consisteva in un solenne Te Deum di ringraziamento, cantato da tutto il popolo, per il felice ritorno nei suoi feudi del marchese Don Cesare Michelangelo d’Avalos, avvenuto nel 1707, dopo sette anni di esilio passati a Vienna.
Solo successivamente, alla cerimonia, venne aggiunta la cosiddettaprèdeche de Fabbrezije (o Brabbizie), dal nome di un tal Giovanni Barbisio, un cittadino lombardo che per ragioni di lavoro si era trasferito a Vasto. Questo benefattore, con testamento dell’8 luglio 1792, redatto dal notaio Vincenzo Ventura, dispose che dal canone annuo
di ducati 17, pagato a lui da Vincenzo Rossetti "sulla sua casa di sei membri, tre inferiori e tre superiori, confinante a settentrione ed a mezzogiorno con la casa di D. Pietro Muzii, ad oriente con la strada pubblica di San Spirito e a ponente con gl'inforzi", beneficiasse, dal giorno della sua morte, il Capitolo di S. Maria, con l'obbligo di far celebrare, ogni anno, per 9 ducati, quarantacinque messe in suffragio della sua anima; di recitare una orazione panegirica, nella funzione dell'ultimo dell'anno, per ducati 6 ed infine, nella stessa funzione, di cantare dopo la compieta, per 2 due ducati, un De profundis, sempre in suffragio della sua anima.

Così ancora oggi, la suggestivacelebrazione che si svolge la sera di S. Silvestro, è essenzialmente divisa in quattro parti: la Santa Messa (in forma piuttosto breve ed essenziale), l’esposizione del Santissimo Sacramento nel bellissimo ostensorio cinquecentesco, la lunga predica del parroco, ed ancora le litanie lauretane seguito dal canto di ringraziamento, il Te Deum, cantato a gran voce dal coro e da tutti i fedeli: Te Deumlaudamus, te Dominumconfitemur.Te aeternumPatrem,Omnis terra veneratur … (Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore. O eterno Padre, tutta la terra ti adora).

Altra usanza in vigore fino a non molti anni fa, era quello di preparare sotto le finestre delle case lungo la strada di S. Maria e fino a piazza del Tomolo, un lungo e continuo filo di bombette di carta, intramezzato e chiuso con grosse bombe e potenti petardi. All’Elevazione, verso le ore venti, queste bombette venivano accese e fatte scoppiare provocando un rumore assordante che cresceva man mano che il fuoco arrivava verso piazza del Tomolo, dove erano sistemati i petardi più forti.

Sopra l’Altare Maggiore viene disposta una struttura in legno con le luci che disegnano l’anno che se ne va, mentre il mattino successivo viene collocata analoga struttura con l’anno appena iniziato.

Lino Spadaccini

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