lunedì 14 novembre 2016

Le gioie della vecchiezza nelle riflessioni di una poetessa centenaria, Wanda Francesconi

di GUIDO BRUNETTI
Scrivere poesie all’età di 98 anni, riflettere sul senso della vita e sulla dimensione del trascendente, manifestare ottimismo e speranza nel futuro, mostrare lucidità e curiosità intellettuale, fare passeggiate all’aria aperta – come già consigliava il più grande filosofo latino Seneca- partecipare attivamente al laboratorio di lettura e alle altre attività: tutto questo è davvero un prodigio della natura, un grande dono della Provvidenza.

Parliamo di una dolce, tenera e lucida nonnina, Wanda Francesconi, abile poetessa e ospite della Casa di riposo di Viareggio, una istituzione che conosco e seguo da anni nei miei soggiorni estivi nella città della Versilia. Mi ha trasmesso alcune sue poesie accompagnate da una affettuosa lettera. Come in altri suoi testi, anche in questi nuovi versi, la Francesconi esprime acute riflessioni sul significato dell’esistenza, la conoscenza di sé e degli altri, la semplicità schietta e naturale, mostrando che anche la vecchiezza “ha le sue gioie”.

Abbracciamola e amiamola questa nostra dimora: sì, la vecchiezza, e scopriremo che, se sappiamo farne buon uso- precisa Seneca- è “ricca di molte gioie”. “Se Dio ci vorrà concedere un giorno in più, saremo lieti e riconoscenti di questo dono”.

Vivere, per Francesconi, non deve consistere in una esperienza dolorosa, in un malessere esistenziale, ma deve fondarsi sull’amore per la vita, la cultura e la conoscenza, la solidarietà, l’altruismo e l’ottimismo. Il suo è un cammino di “perfezionamento interiore”, ogni giorno diventa un paradigma di una intera esistenza. Ha educato il suo spirito a pensare senza ansia e tristezza. Una vita sana, che dimostra come aver vissuto molto dipende sì dal numero degli anni, ma soprattutto dal modo in cui il nostro animo ha vissuto.

Un altro suo tema fondamentale è la speranza. D’accorso con autorevoli filosofi e scrittori, la Francesconi afferma che la nostra vita è possibile “solo se è proiettata verso la speranza”. Essa- chiarisce H.Jones- è condizione di “ogni agire umano”, è un modo di essere –aggiunge Leopardi- della nostra vita, “il nucleo essenziale della nostra vita”. La speranza, per Pascal- è “apertura al futuro”, mentre secondo G. Bernanos, è “carne della mia carne”.

Sono tutti argomenti che da sempre hanno interessato filosofi, scrittori e poeti. Socrate, Platone e Aristotele ritengono che il senso della vita deve fondarsi sulla conoscenza e la sapienza, al fine di conseguire uno stato di perfetta tranquillità dell’animo e la possibilità di realizzare l’essenza dell’essere umano, fortificando in tal modo lo spirito.

Sono tutte condizioni che diventano una vera e propria terapia. Gli effetti benefici sono il cancellare gli affanni e le inquietudini, toccare l’animo nel profondo e alleviare non solo i malesseri fisici, ma anche e soprattutto gli stati d’ansia e la tristezza.

Concludendo, nei suoi versi, Wanda Francesconi espone con libera e creativa vivacità umana e intellettuale un insieme di ricche e istruttive riflessioni sul senso della nostra vita e su come raggiungere la serenità interiore. Emergono una intaccabile letizia dello spirito e un profondo senso di gioia e di pace, di grandezza e dolcezza armoniosamente “fuse” (Platone) nell’animo.

Tutto ciò rappresenta una evidente conferma di una recente scoperta delle neuroscienze, ovvero la plasticità del cervello e la neurogenesi, la capacità dei neuroni di attivarsi e rigenerarsi di fronte ad attività arricchenti e gratificanti, esercitando un effetto protettivo contro l’invecchiamento. Utilizzando il principio “use it or lose it”: se lo usi, il cervello vive, se non lo usi, i neuroni muoiono.

In tempi come i nostri, caratterizzati da anomia, atrofia sociale e morale, senza difese psicologiche e spirituali, e così poveri di maestri, Wanda Francesconi rivela uno spirito nobile governato dal bisogno continuo di irrobustire il suo percorso esistenziale e ponendosi come splendido esempio su come vivere bene, vivere meglio, vivere più a lungo.


Guido Brunetti

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