mercoledì 17 agosto 2016

Ettore Raspa e il suo impegno per la comunità vastese di Perth

Perth, Ettore Raspa  negli anni '70
L'epopea degli emigranti vastesi: esempio di dedizione al lavoro onorando l'Italia e la città natia

di GIUSEPPE CATANIA

Tra le tante storie di emigranti, singolare è quella di Ettore Raspa di Perth, scomparso nel 2012 all’età di 87 anni. 

Raspa può dirsi un antesignano del sacrificio umano, di quanti hanno dovuto lasciare la città natale e gli affetti della famiglia, in cerca di lavoro e di benessere, in giro per il mondo.

 Lasciava Vasto, nel 1947 emigrando a Charleroi in Belgio per lavorare nelle miniere a 1500 metri sotto terra, in una atmosfera alquanto ostile: l'Italia era uscita dal secondo
conflitto mondiale e gli "ex nemici" guardavano i nostri connazionali con diffidenza. Ettore Raspa guidava i treni che percorrevano le grandi gallerie e lavorava anche per un'altra ditta su impianti delle macchine. Non solo, ma frequentava la scuola per imparare il francese.

"Nei ritagli di tempo – raccontò in una intervista - mi dedicavo alla riparazione di orologi. All'inizio del 1950 sono rientrato in patria, cercando a Vasto, ma inutilmente, un lavoro adeguato. Ho fatto vari lavori: l'elettricista con Giovanni Atturio. Allora mi dava 3 mila lire la settimana che, però, essendomi nel frattempo fidanzato non bastavano. Decisi di espatriare nuovamente, con atto di chiamata di Giovanni Prospero che si trovava in Australia dal 1949. Mi sono sposato il 13 gennaio 1951 ed il successivo 6 marzo ho lasciato la mia bellissima Vasto, salutando mia moglie ed i famigliari. Il 6 aprile sono sbarcato a Melbourne, per raggiungere Victoria, vivendo in una grande solitudine”. 

Da lì un altro spostamento. Così Ettore Raspa decise di raggiungere il cognato Giovanni che viveva a Geraldtown, a 500 miglia da Perth, posto molto desolato che contribuiva ad accrescere la sua nostalgia per Vasto.

"Meno male che ho iniziato subito a lavorare, come meccanico, in una fabbrica di ghiaccio per la conservazione di aragoste, prodotto estremamente abbondante nel West Australia, con paga base di 7 lire sterline ogni sei giorni: la prima settimana ne presi 16 per le ore di straordinario effettuato. Ho imparato anche la lingua inglese, poiché, quando parlavo in italiano gli anglosassoni mostravano il loro disprezzo. Le cose cambiavano in meglio, perche gli emigrati che giungevano in Australia dal 1951 al 1955 non erano gli ignoranti degli anni '20, ricevendo anche il plauso delle autorità: ma ci sono voluti oltre 20 anni per toccare il traguardo". 
"Nel 1952 mi raggiunse mia moglie: era il Natale ed andai a Perth a riceverla. Questa città mi impressionò favorevolmente, perché era pulita, ed ordinata. Qui incontrai un amico intimo che mi assunse in una fabbrica di auto (Austin) dopo alcune prove superate e infrangendo le norme che impedivano agli italiani di lavorare in officine automobilistiche che restavano retaggio degli australiani. Malgrado l'opposizione dei sindacalisti lavorai per quattro anni ottenendo un attestatoci meccanico qualificato. Poi andai a lavorare alla City Motors, filiale della General Motors, facendomi apprezzare fino a che mi mandarono ai corsi di perfezionamento, con riconoscimenti, aumenti di stipendio ed avanzamento di carriera ed il compito di addestrare gli apprendisti della ditta. Nel 1981 mi fu data la qualifica di "manager" e l'incarico della manutenzione di macchine di prestigio, come le "Jaguar", a coronamento di un corso svolto a Melbourne". 
"Mi occupavo anche dei problemi dei figli degli emigranti vastesi, divenendo presidente di una squadra di calcio nel 1958. Vinse due scudetti nel 1961 rendendo me ed i vastesi molto fieri. Si decise di fondare la "Vasto Association " che contava 19 membri e mi elessero Presidente. Dopo 8 anni i componenti erano diventati 800 ed io avevo portato l'Association a livelli tali da essere considerata dal Governo Australiano. Negli anni successivi l’Association divenne il noto VASTO SOCIAL CLUB. Mi sono dedicato con slancio per aiutare gli italiani e sono stato ricompensato con la realizzazione nel 1983 del Ponte dell 'Amicizia Vasto- Perth che per me rappresenta qualcosa di grande. E’ stato il primo passo, per far intervenire i governi d'Italia e di Australia, e per giungere al gemellaggio del 1989 ed avere Vasto come consorella di Perth la cui comunità vastese conta oltre 7000 persone”. 

Ettore Raspa è stato sempre al centro delle tante iniziative dei vastesi di Perth e sicuro punto di riferimento.
Tra  l'altro, nel 1995 con alcuni anni ha fondato vastesi fondò l'Associazione San Michele Arcangelo, una fiorente istituzione che raccoglie moltissimi vastesi per emulare le iniziative spirituali e rituali che si svolgono a Vasto per onorare il patrono della Città. L'Associazione San Michele ha anche realizzato una statua del Santo eguale a quella che si custodisce nella chiesetta di Vasto. E questo perché la nostalgia per la città natale è profonda e incancellabile.

 "Abbiamo saputo dimostrare di saper lavorare – diceva Ettore Raspa - e questo ha ridato agli italiani il nome che aveva perso durante la guerra: ci siamo meritati il nostro benessere di oggi".
 Giuseppe Catania

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