Decenni fa, quando l'Acquedotto veniva gestito dal Comune, Giuseppe Catania pubblicò questa protesta in rima baciata. Il testo è attuale anche oggi sostituendo la parola "Comune" con "Sasi"
Alle ore diciotto
Alle ore diciotto
tosto tace l'acquedotto:
resta muto il rubinetto
già privato dal suo getto.
È la storia che ripete
il ritorno alla gran sete
d'ogni estate, che si sa
manda in tilt la città.
Alle ore diciotto
tosto tace l'acquedotto:
resta muto il rubinetto
già privato dal suo getto.
È la storia che ripete
il ritorno alla gran sete
d'ogni estate, che si sa
manda in tilt la città.
Da trent'anni, ormai la storia
ci tramanda alla memoria
che il problema della sete
ogni anno si ripete.
Ma il comune, ognun lo sa
resta inerte e nulla fa.
ci tramanda alla memoria
che il problema della sete
ogni anno si ripete.
Ma il comune, ognun lo sa
resta inerte e nulla fa.
E un andazzo che perdura:
bruceremo dall'arsura,
siccome ancora sui giornali
leggeremo ardenti strali.
E il comune sai che fa?
Tira aranti e nulla fa.
Ci dispiace dire questo:
l'acquedotto è in dissesto.
Il Comune, in verità,
tutto questo lo sa già.
Nulla fa e non promette
di ridurre le bollette
del consumo forfetario
divenuto corollario.
Ma, si chiede la Città:
fino a quando durerà?
G.C.
2 commenti:
Quale maggior incentivo per il centro storico che avere l'acqua solo poche ore al giorno.
Vasto comunque ti amo
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