mercoledì 30 gennaio 2019

Giuseppe Spataro: uno dei padri della nostra Repubblica

Nel 1921 vice segretario con Don Sturzo del Partito Popolare. Nella sua casa fu fondata la DC nell'estate del '43. Presidente RAI dal '46 al '50. Più volte ministro. Per molti anni vice presidente del Senato. L'uomo che ha dato notevole impulso allo sviluppo del nostro comprensorio.

di GIUSEPPE CATANIA

Il 30 gennaio 1979, nella sua casa di Via Cola di Rienzo moriva inaspettatamente il senatore Giuseppe Spataro. Era nato a Vasto il 12 giugno 1897.
La sua personalità resta perennemente scolpita nella memoria di quanti, negli anni della sua lunga ed ininterrotta carriera politica, hanno avuto modo di apprezzare le doti di galantuomo di vecchio stampo, tutto dedito alla rinascita della Nazione, nel perenne ricordo della sua terra natale che mai tralasciò di tener presente in ogni circostanza.

Un anno prima di lasciare la sua vita terrena, Giuseppe Spataro con devoto senso di omaggio alla sua Vasto, aveva disposto la donazione, al Museo Civico, della testa originale in marmo del poeta giovinetto Lucio Valerio Pudente, che da circa quattro secoli era custodita in proprietà dalla nobile sua famiglia.
Il Comune di Vasto ne commemorò l'avvenimento con una solenne cerimonia pubblica il 4 novembre 1979, alla presenza dei figli Anna, Alfonso e Pier Giorqio, con un commosso pensiero alla diletta sua consorte N.D. Letizia, patrocinando la pubblicazione, a cura del Club Amici di Vasto, di un quaderno di Lucio Valerio Pudente, ed apponendo una lapide nella casa natale, a ricordo della sua figura di uomo politico e insigne statista.

 Ma già alcuni anni prima egli aveva anche fatto dono, in occasione del suo 80° genetliaco, del ricco medagliere alla città del Vasto, che ora è custodito nei Musei di Palazzo d’Avalos.  

UN GRANDE STATISTA

Giuseppe Spataro fu uno fra i più attivi esponenti politici del periodo clandestino e tra i fondatori della Democrazia Cristiana. 
Ne rappresentò il partito con De Gasperi e Gronchi al CNL, divenendo anche membro della Giunta Militare. Fece parte della Consulta Nazionale e, nel primo, secondo e terzo ministero Bonomi con la carica di sottosegretario. Venne eletto deputato per l'Abruzzo nell'Assemblea Costituente. Fu ministro delle Poste e delle Comunicazioni, dell'Interno (ad interim) nel
1952; della Marina Mercantile; poi delle Poste e dell'Interno nel 1961; dei Trasporti nel 1961. Senatore nel 1963, ricoprì la carica di Vice Presidente del Senato fino al 1976 quando decise di ritirarsi dall'attività politica. Ebbe formazione morale e politica nel movimento giovanile di Azione Cattolica di cui fu anche presidente regionale. Nel 1921, con Don Sturzo, fu vicesegretario del Partito Popolare Italiano.

Nella casa di Via Cola di Rienzo, in Roma, nell'estate del 1943, venne fondata la Democrazia Cristiana.
 Fu presidente della RAI dal 1946 al 1950. Ha scritto "I democratici cristiani dalla dittatura alla Repubblica" oltre a numerosi saggi. Fu un profondo umanista, presidente della fondazione di studi politici "Luigi Sturzo", assertore instancabile dei principi di libertà e di lealtà, di cui lascia luminoso retaggio alle future generazioni. Egli infatti, fu elemento di azione e di spinta, anello di congiunzione del Partito Popolare e della DC, negli anni del dopoguerra, compiendo circa un ventennio di lotta contro il fascismo ed un trentennio di milizia per la ricostruzione democratica.


A FIANCO DI DE GASPERI

Gli anni della persecuzione peraltro, non fiaccarono la tempra di Giuseppe Spataro che seppe sempre superare ogni ostacolo, lavorando a fianco di De Gasperi per la formazione dei giovani, mettendo a disposizione ogni sua energia e la fattiva opera di collaborazione, e la sua cordiale apertura e simpatia, nella edificazione di un consorzio di uomini operanti in comunità di spirito per gli ideali di ricostruzione materiale e morale dell'Italia.
Nello studio della sua Casa di Via Cola di Rienzo in Roma, infatti, si attuarono i programmi politici che De Gasperi ideava e Spataro attuava,  avvalendosi dei rapporti intercorsi con le formazioni politiche degli altri partiti, con un intenso e drammatico lavoro specie durante l'occupazione tedesca della capitale, con rischio della vita.
"Uomo della fedeltà sicura e dell'impegno instancabile, all'insegno del motto: il partito senza lasciarsi prendere dai lacci di corrente", come lo ebbe a definire un altro illustre statista scomparso, Guido Gonella, rievocando la figura di Giuseppe Spataro in un convegno a Vasto nel marzo del 1979. Operaio, non come un ex combattente che aspira a ricompense e medaglie, ma come soldato semplice, sempre pronto ad ogni chiamata, Giuseppe Spataro fu uno dei principali artefici della nuova Democrazia Cristiana. Uomo parco di parole, ma ricco di dottrina politica sintetizzata, come un credo, nelle sue parole, quale testamento: libertà, giustizia, autorità, ordine.

I PARTITI E LE IDEE 

Questa, in sintesi, fu la vita di un uomo e questa peraltro la via che la DC deve tracciare nel concetto politico di Giuseppe Spataro, perché, egli amava sempre ricordare che i partiti passano, le idee restano. Possono spegnersi le istituzioni, ma guai a spegnere la fiaccola della idealità. E Giuseppe Spataro ha portato sempre alta questa fiaccola, restando un militante sempre pronto; uno spirito affettuoso, un combattente per il quale la virtù è premio a se stesso, amante dell'idea al servizio della comunità. Un uomo sorretto da iniziative sempre volte all'azione senza sterile conservatorismo, con tenacia e coerenza, guidato dalla sua stessa passione, per il bene comune.
Una fiaccola per Vasto che, a distanza di anni, è ancora luminosa ed addita agli uomini il cammino da seguire; ma è anche una insegna che dovrebbe essere presa a modello di quanti sono pensierosi dei destini della nostra gente, per affrontare le vicissitudini della vita, additando alle giovani generazioni la via del benessere e del progresso civile e morale, nelle memore testimonianze di un uomo, Giuseppe Spataro, al cui nome sono legate le più fulgide tappe della storia della Democrazia Cristiana e degli annali dell'Abruzzo e di Vasto in particolare, dove lo statista volle essere seppellito per restare ancora e sempre nel grembo di questa generosa terra da cui mai seppe distaccarsi.

SPATARO E VASTO

Come si diceva, nel 1977 (80° compleanno) Spataro donò al Museo di Vasto il ricco medagliere. Nel 1978 il busto in marmo del poeta tredicenne Lucio Valerio Pudente.

A marzo 1983, dopo la sua morte (1979), gli eredi di Giuseppe Spataro affidarono all'Istituto Luigi Sturzo la realizzazione del grande progetto "Fondo Spataro" consistente in numerosi documenti e moltissime lettere autografe dei principali esponenti politici, dagli anni ’20 agli anni ’60, compresi periodici e stampe e cartelle contenenti discorsi politici pronunciati da Spataro nel corso della sua vita associativa e politica.

Nel 1988, in previsione del 10° anniversario della morte dello Statista, venne lanciata une proposta di legge dal Consiglio Regionale d' Abruzzo per le realizzazione di una "fondazione" a memoria di Giuseppe Spataro allo scopo di raccogliere e ordinare documenti , testimonianze, scritti sulla figura di Giuseppe Spataro e promuovere convegni e studi sulla sua attività politica.

Nel 1992 l'Amministrazione Comunale di Vasto rendeva omaggio alla memoria di Giuseppe Spataro con la pubblicazione degli atti del convegno svoltosi e Vasto l'8 dicembre 1989 e con la posa di un busto bronzeo a Piazza del Popolo opera dello scultore vastese Mario Pachioli, quale testimonianza spirituale che l'Uomo politico ha lasciato come messaggio indirizzato ai giovani, un doveroso riconoscimento alla personalità e all'impegno di Giuseppe Spataro Statista dotato di estrema sensibilità - come ricordava l'allora sindaco Antonio Prospero - votato al bene dell'umanità artefice della rinascita delle nostre regione. Per volontà dei figli Anna, Alfonso e Piergiorgio vennero donati alla Municipalità di Vasto,quale intenso segno di filiale effetto dello Statista alla sua terra natale,la ricca collezione di diplomi, attestati e riconoscimenti nazionali ed internazionali.


 Nel 2009 venne proposta, ad iniziativa del Comune di Vasto e della Fondazione della Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti, la istituzione di un "Centro Studi Giuseppe Spataro" per onorare lo Statista vastese tra i maggiori artefici della rinascita socio economica dell'Italia nell'ultimo dopoguerra. Per la realizzazione del Centro era prevista l'utilizzazione dell'ultimo piano del palazzo di Piazza Rossetti (con ingresso su via Santa Maria Maggiore di circa 200 mq. ) suddiviso in sei ambienti dalle volte affrescateci cui 50 mq. per incontri,conferenze, mentre l'amministrazione comunale si impegnava a sistemarli e renderli idonei alle manifestazioni. Purtroppo, di tutto questo non si è mai fatto nulla e il ricordo di Giuseppe Spataro a Vasto è caduto nel l'oblio,tanto che, anche la lapide apposta sulla facciata di Palazzo Spataro che guarda Piazza Rossetti, è illeggibile, senza che alcuno si assuma l'onere di ripulirla e renderla leggibile! Proponiamo di lanciare una sottoscrizione per la raccolta di fondi per ripulire la lapide in questione, nella constatazione che l'amministrazione civica "dimentica" coloro che hanno dato lustro e decoro alla Città e alla Patria.


GIUSEPPE CATANIA



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