domenica 11 novembre 2018

I Clerici Regolari della Madre di Dio al Carmine

Furono chiamati dal marchese Diego d'Avalos. insegnavano ai giovani grammatica, retorica, filosofia, dottrina cristiana .

di GIUSEPPE CATANIA

I Clerici Regolari della Madre di Dio, o padri Lucchesi, si erano stabiliti a Napoli nel 1647, con l'obbligo di aprire una seconda casa, dopo quella di Lucca, nel territorio del Regno.
Furono chiamati a Vasto dal Marchese Diego D'Avalos e vennero volentieri perché il Marchese e l'Università si impegnarono a sostenere le spese per costruire la loro casa e per il mantenimento del Collegio, in un edificio conventuale che era stato costruito a seguito della demolizione di vecchie abitazioni, attorno alla chiesa del Carmine. Così i Clerici Regolari della Madre di Dio iniziarono, dopò il loro insediamento, a
riqualificare il nuovo nucleo urbano per reperire nuovi spazi ed aule necessario per lo svolgimento delle loro attività didattiche a favore dei giovani della Città. Già prima della costruzione della chiesa i Clerici iniziarono a realizzare il convento che era sistemato in alcune abitazioni fatiscenti, ottenendo anche il Collegio.
Nel 1688 La chiesa di Santa Maria Maggiore, affidò la giurisdizione spirituale del Carmine, dietro la corresponsione nel giorno della Festa dell'Assunta, di un cero del peso di quattro libbre.
I Padri presero possesso della Chiesa il 6 novembre 1690, con una solenne cerimonia alla presenza del Marchese D'Avalos. con spari di schioppi e mortaretti. La Congrega concesse ai Padri, nel 1717, la Chiesa, la Sagrestia, alcune stanze e l'annua rendita di 49 ducati e 50 grani (Atto Notar Piccirilli del 31 marzo 1717). Nel 1761 vennero scoperti i due edifici adiacenti alla Chiesa e al Collegio e si rinvenne una iscrizione che venne collocata sulla porta grande della chiesa: D.O.M.AC DEIP VIRG SACR ERECT AD MDCCLXI.
Fra i manufatti impiegati per la costruzione di una parte delle stanze a piano terra, a tre palmi dal suolo, si rinvenne una grossa pietra su ci è inciso: MAB.
I clerici, nel cui ordine entrarono i vastesi Giuseppe Ricci e Luigi Barbarolta, insegnavano ai giovani grammatica, retorica, filosofia, dottrina cristiana e ricevevano un compenso annuo dall'università di Vasto di 180 ducati. 
Nel 1742 fondarono nel Chiostro del Convento del Carmine la Congrega della Madonna della Neve che, sebbene non riconosciuta dal decreto dell'autorità ecclesiastica, venne interamente sostenuta dal socio Federico Leone.
Nel 1809 il Collegio venne soppresso ed il chiostro venne destinato ad accogliere il comando della Gendarmeria, della scuola pubblica e di uffici vari. Di conseguenza vennero abolite le rendite e la chiesa venne retta dalla Confraternita di Santa Maria del Carmelo, con un delegato del parroco. L'altare maggiore, dedicato alla Vergine del Carmine, alla base reca l'iscrizione: EXPETANTES BEATAM SPEM ET ADVENTUM GLORIAE MAGNI DEI AD TIT II.
Qui si celebra anche l'ufficio per la Festa di San Nicola, la cui statua viene ospitata nella chiesa. I padri ottennero sepoltura nella chiesa e nel 1836, e venne anche predisposto di reperire, nella Cappella di San Benedetto; una sepoltura per le suore, ma l'università lo impedì.
 Dopo la soppressione degli ordini religiosi,l'Università di Vasto ottenne dal sovrano il decreto per il ripristino del Collegio, ma i Padri non accettarono l'esigua somma offerta e, nel 1807, abbandonarono Vasto e si ritirarono nella loro Casa di Napoli.
 Giuseppe Catania

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