giovedì 12 luglio 2018

PALAZZO D'AVALOS: IL MERAVIGLIOSO PORTALE DI CALDORA, SCOPERTO DURANTE IL RESTAURO DEL 1991


 Prima dei Marchesi d'Avalos il palazzo fu residenza di Giacomo Caldora che nel 1427 lo ricostrui con estrema eleganza. I D'Avalos nel 1587 lo ristrutturarono dando una linea rinascimentale, nascondendo le meravigliose decorazioni del portale.

 di Giuseppe Catania
Durante i lavori di restauro del 1991 sulla facciata principale di Palazzo D'Avalos sono affiorate meravigliose, antiche testimonianze architettoniche che, sin dal 1300, costituivano gli aspetti più suggestivi dello storico edificio.

Ai due lati del grandioso portone sono venute alla luce le decorazioni in pietra scolpita che adornavano il portale, con ornati di pregevole fattura che, in alcuni punti possono essere paragonati a veri merletti.

Per stabilirne 1'epoca, bisogna ripercorrere i secoli all'indietro, quando di Palazzo D'Avalos si ha la prima notizia nel rescritto che fece Carlo II D'Angiò per donarlo agli
Agostiniani di Vasto, il 24 febbraio 1300.

Forse non era maestoso. Ma fu nel 1427 che Giacomo Caldora, Signore del Vasto, ricostruì il palazzo impiegando tegoloni, marmi segati e mattonacci che prelevò dalle rovine della romana Buca (nei pressi di Punta Penna), arricchendo la sua residenza con attrattive tali che alcuni cronisti dell'epoca, la indicarono fra le meraviglie del mondo.

Vi si poteva, tra l’altro, ammirare un pesce di smisurata grandezza, pescato nell'Adriatico vastese.
Scrive Flavio Biondo nella sua "Italia Illustrata" a pag.399, esaltandone la magnificenza (1448-1488): "Vastum Aymonis nobile et vetus oppidum quod prisci dixere Histonium, idque Theatri Vetustissimi Vestigiis et Palatio est Ornatum, quod Jacobus Caldora, est in ea superbissimum aedificavit".
Palazzo d'Avalos, restauro 1991: antico portale (foto  G. Catania)


Palazzo d'Avalos restauro 1991: trabeazione (architrave con fregio) rinvenuta durante i lavori di restauro
L'edificio venne incendiato, nel 1566, durante la scorreria dei pirati turchi condotti dal terribile Pialy Pascià, e venne ricostruito dai D'Avalos, con il concorso di 5.000 ducati versati dall'Università del Vasto, divenendo la dimora della nobile casata. 

La facciata costituisce un nobilissimo esempio di civile architettura e come ricorda Nicola Alfonso Viti(1600/1649) nella "Memoria dell'Antichità del Vasto" del 1646: " Si attese alla fabbrica -sotto l'anno 1587- avendone il pensiero Fra Valerio De Santis (del convento di S. Francesco) e si ridusse nella maniera che si vede". Cioè la facciata ad imitazione dei migliori palazzi del Rinascimento "priva come è di appiccicature disorganiche - come rileva Filippo Laccetti nelle "Memorie d'Arte Vastese,1905 - ed equilibratissima invece nei belli frontoni delle finestre e nella superba cornice classica di coronamento generale".

L'architettura Rinascimentale, quindi, ricoprì le decorazioni marmoree precedenti; quelle che i lavori di restauro del 1991 hanno riscoperto; tolse il porticato interno, per consentire un maggior perimetro al cortile,sicché l'edificio venne costituito da due maestosi piani sovrapposti.

GIUSEPPE CATANIA

Nessun commento: