giovedì 6 agosto 2020

MASSONERIA: QUELLA VOLTA CHE CONFERIRONO A SAN MICHELE "FASCIA DEL GRAN MAESTRO"

Un curioso e dimenticato avvenimento a Vasto A "PORTONE PANZOTTO" NEL 1800 SORSE LA MASSONERIA Conferita alla Statua di S.Michele la "Fascia di gran Maestro". A capo era il canonico Don Romualdo Casilli.

di GIUSEPPE CATANIA

 Le cronache dell'epoca riportarono una sensazionale notizia di un avvenimento che allora incuriosì la gente di Vasto e, di conseguenza, anche le autorità. Riguarda il rinvenimento di un "sigillo", e seguito di una mareggiata, che venne rigettato sulla spiaggia in località Vignola, e raccolto da un contadino del luogo Sante Gileno, che lo consegnò al Museo Archeologico. Era la mattina del 20 febbraio 1926. Il "sigillo", in metallo a forma rotonda, mostre, a sinistra l'effigie di una "casa" che vuole rappresentare la "vendita", che, nella
simbologia dei "carbonari" e dei "Liberi muratori", significava la "Loggia" (Massonica). Sulla destra un ramo di agrifoglio verde (nel Cristianesimo è talvolta raffigurato come l'albero della croce). In alto a destra un braccio che impugna una scure che si atteggia ad abbattere una corona (simbolo di sovranità), e al centro il sole nascente. In alto un berretto grigio (simbolo di libertà), e una zappa e una scure smussate.

Questa Società Massonica si ispirava agli ideali civili e politici e il poeta esule Gabriele Rossetti fu fra gli assertori a Napoli. Però, con il trascorrere del tempo le "vendita" di Vasto divenne ricettacolo di furbi speculatori che si diedero al più bieco mercimonio. Infatti, per essere ammessi alla "vendita" occorreva sborsare fior di ducati, ma nonostante ciò, i "carbonari" divennero numerosi.

 Non solo riuscivano a fare proseliti, ma anche la statua del Patrono della Città, San Michele Arcangelo venne associato alla setta Carbonara. Infatti, il 21 luglio 1820, nella chiesa di San Giuseppe alla Statua venne conferita la "Fascia di Gran Maestro della Carboneria" dopo di che, scortata dal clero e dal battaglione nazionale dei militi e da gran folla, in processione venne condotta nella sua chiesa.


PORTON PANZOTTO (DA VASTOSPA)
All'interno del sigillo la scritte RV(che sta per rivendita) dei FILANTROPI ISTONlESl.O (che vuoi dire Oriente) DI VASTO. La "vendita" venne fondata in un sotterraneo di Portone Panzotto a vico Paquia, nel 1800 e in questa "vendita" si riunivano gli affiliati.

 Nel 1811, allorchè il governo consenti di esercitare liberamente la "Carboneria" gli affiliati vastesi si trasferirono nel convento di Santo Spirito; poi nel convento di San Francesco d'Assisi e poi a Palazzo D'Avalos, nel 1820 quando capo della Massoneria vastese era il canonico Don Romualdo Casilli, come già ricordato.

 Ma Ferdinando di Borbone, con suo decreto decise di punire con la morte i carbonari, i più accesi settari divennero miti agnelli e il sigillo venne gettato in mare e, come abbiamo detto all’ini zio, recuperato dal contadino Sante Gileno che lo donò al Museo Archeologia, dove è custodito.

 GIUSEPPE CATANIA

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