domenica 24 giugno 2018

Storia: La palazzina di S. Lucia e il suo antico splendore

S. Lucia dal giardino
La palazzina di S. Lucia, che comprende la   Cappella dedicata alla martire, fiancheggiata da giardini circondati da mura - scriveva lo storico Marchesani nell'800 - fa tuttora bella mostra di sé nel nord-est della città, dall'altro capo della valle dell'Angrella. Essa appartenne ai Canonici delle Tremiti, che poi la vendettero a Cesare Michelangelo d'Avalos; costui la trasformò in una villa deliziosa piena di cedri venuti da Roma e da Firenze; qui la sera del 28 ottobre 1723, fu rappresentata un'opera in prosa intitolata la Merope, alla presenza del connestabile Colonna. Lo splendore del luogo diminuisce di giorno in giorno”. 

CHIESA DI SANTA LUCIA, CONVENTO DI SANTA MARIA IN VALLE, CASINO D'AVALOS

di GIUSEPPE CATANIA
La chiesetta di Santa Lucia è situata lungo la omonima via a nord della Valle dell'Angrella e di essa oggi restano ancora miseri avanzi abbandonati. 
Un tempo apparteneva al convento di Santa Maria in Valle, ubicata nei pressi, possedimento dei benedettini e poi dei Canonici Regolari Lateranensi e dei Cistercensi. Tale convento esisteva già in epoca remota qui una Grancia nel 1362. Venne dato in possesso al Monastero di Tremiti, come risulta da un atto di donazione del 2.6.1442, da parte di Rinaldo Tinaro, per suffragio, insieme ad altri beni, delle anime dei suoi congiunti (Notar Giovanni di Guglielmo di Federico): "Apud ecclesiam S.Mariae in Valle, prope terram" "Vasti Aym..." 
Secondo la descrizione che ne fa Luigi Marchesani (Storia di Vasto, pagg.267 -269), alla Grancia, nel 1508, erano uniti un chiostro ed altri edifici:"La pila dell'acqua benedetta di quella chiesa poggiava sopra colonnetta rinvenuta tra gli avanzi del Tempio di Giove Ammonio: ciò si osservava tuttavia nel 1644". 

Nel corso della scorreria dei pirati Turchi (1.8.1566), convento venne distrutto. Nondimeno nell'elenco dei cenobi appartenenti alla giurisdizione della Chiesa di San Pietro Apostolo nel 1715 si ha la menzione della Chiesa dei Canonici Regolari Lateranensi, posta in Santa Maria in Valle, dove era anche la loro dimora (Sac.Congr. Concilii: Theate proest.obedientiae. Pro Capit.S.Petri Vasti,Summarium 1721 num.10). 
Nella relazione dell'apprezzo della Città del Vasto, dell'Ingegner Regio Biase De Lellis del 30.4.1742, si rileva che il convento, formato dalla chiesa e da alcune abitazioni, viene denominato Grancia di Santa Lucia dei Canonici Lateranensi e Abbazia di Santa Maria in Valle, mentre si fa cenno di una cappella di Santa Lucia, di proprietà del Marchese Cesare Michelangelo D'Avalos, che vi istituì le cappelle con altari dedicati a Santa Lucia e alla Madonna. Il Marchese ne fece una sua residenza estiva e la palazzina venne circondata da giardini con rarità arboree e recinta da mura. Era così splendida questa villa, abbellita con soluzioni edilizie e con artistici giardini che, in occasione della venuta a Vasto dei principe romano Fabrizio Colonna, per ricevere il collare del "Toson d'Oro" dal Marchese del Vasto nel 1725, venne qui rappresentata un'opera in prosa intitolata "Merope". 

Fino agli inizi degli anni 1970, il complesso abitativo, pur avendo cambiato destinazione d'uso, rivelava tracce ancora ben conservate dell'antico splendore ed il bel giardino mostrava, ben visibili, le rarità arboree. Erano egualmente ben tenuti gli avanzi dei muri che recingevano il giardino del Palazzino marchesale di Santa Lucia ed alcune torrette cilindriche che ne delimitavano il perimetro. 
Fu nel settembre 1975 che le torri circolari e e i muri di cinta con le merlature del casino dei D'Avalos, in località Santa Lucia, vennero smantellati per dare spazio alla incontrollata fagocitosi urbanistica. 

GIUSEPPE CATANIA

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