domenica 8 luglio 2018

Inebrianti feste notturne nella Vasto pre-romana: STRADA PAMPANI LA "VIA DELLE BACCANTI"?

Un suggestivo viaggio tra mito e realtà

di GIUSEPPE CATANIA

La Città del Vasto reca frequenti intestazioni di strade con riferimenti all'antica civiltà che ebbe splendore all'epoca di Histonium, municipio dei Romani. La toponomastica, infatti, rimasta da tempo immemorabile intatta quasi a voler testimoniare la caratteristica della struttura urbanistica, ne offre la certezza. A Vasto c'è
una via che si innesta da Piazza Virgilio Caprioli e raggiunge via Valerico Laccetti, denominata "Strada Pampani". L'appellativo "pampani" ha un chiaro riferimento alla denominazione che trae origine dalla decorazione dei motivi floreali che esistevano lungo il tracciato da seguire per raggiungere il vicino sito ove era situato l'edificio dedicato al dio Bacco.

 LA FAMIGLIA PAMPANI. Ma la denominazione "strada Pampani" trae origine anche da una famiglia gentilizia annoverata tra le nobiltà della città e che visse tra il XVII e XVIII secolo. Si ha notizia che dal matrimonio di Giuseppe Pampani con Flavia Viti nacquero i figli; Francesco Pampani (1652-1732) che esercitò la professione di avvocato e venne eletto Mastrogiurato di Vasto nel 168l sposato a Loreta Griggis; Domenico Pampani (1664-1717) medico, sposato con Caterina Griggis. Famiglia estinta con la morte avvenuta nel 1795 di Geronima (nata nel 1706) andata sposa a Liborio Impastari. Lo stemma araldico della famiglie "Pampani" mostra l'arma "d'argento al pampino di verde".

 IL TEMPIO DI BACCO. Le strada che conservato intatta l'etimologia, sicché possiamo avanzare l'ipotesi, tra mito e realtà, che fosse l'antica "via delle baccanti ", giacchè il culto verso la divinità pagana era molto praticato in omaggio alla dovizia dei vigneti che esistevano nella 1ocalità, che, peraltro consisteva in rari edifici costruiti nei campi. Il tempio di Bacco era situato dove era la casa del Giureconsulto Giuseppantonio Canacci, in cui abitò il Barone Alessandro Muzii. Nei pressi della strada delle "Lame" che si innesta con la strada del "Buonconsiglio" era situato il luogo del culto che, purtroppo con la frana nel 1956, non è più visibile, se non con alcuni massi calcinati e dove, nei pressi, si notano i resti di un "porticus" (da cui anticamente esisteva via "Supportico” e altri resti di antichi templi,tra cui quelli di Giove,Cerere (su cui è stata edificata la chiesa di San Pietro). Nella zona vennero rinvenuti nel passato, bassorilievi che rafforzano i presupposti dei "pampani": uva e otri, pavimenti musivi, statue, di cui una riconosciuta come quella che raffigurava la divinità, di squisita fattura, alquanto, panciuta, dal corpo nudo, andata distrutta.


 STRADA PAMPANI. "Strada Pampani" doveva costituire il percorso obbligato per i devoti al dio Bacco verso l'edificio di rilevante notorietà pubblica, anche perché, nelle vicinanze esistevano tracce evidenti di corpi di fabbrica che avvalorano la collocazione, nell'ambito del territorio della romana Histonium, di edifici di notevole importanza storico-archeologica e architettonica risalenti al periodo imperiale, sulle cui rovine sono state costruite le abitazioni nel cosiddetto "quartiere latino". Infatti, se esaminiamo alcune strade del quadrilatero "latino" (piazza Belvedere Romani- corso Garibaldi- via Adriatica-piazza Del Popolo- Corso Riccio De Parma), dobbiamo convenire che le numerose abitazioni ivi esistenti, recano tracce del tessuto urbano di Histonium (come via Laccetti parallela a strada Pampani).

 LA TRINITA’, UN ANTICO TEMPIO PAGANO? Su via Laccetti si trova l’antica chiesa della Trinità la cui edificazione si fa risalire al 1712, come risulta da un atto rogato dal notaio Diego Stanziani (15.9.1712) e Pietrantonio Ruzzi vi assegnò le rendite; qui si riuniva la Congrega dei Sacerdoti di Santa Maria della Purità addetta alla Missione eretta nel 1731 e che nel 1800 si adoperò per sedare gli insorti nel 1799. La presenza di manufatti di epoca romana incorporati nelle pareti laterali dell'edificio fanno supporre che la costruzione poggia,o forse ne fa parte, su di un preesistente edificio di notevole interesse storico ed architettonico, ovvero un "tempio" (l’avvento del Cristianesimo in Italia cancellò i luoghi di culto pagano, sostituendoli con le Cattedrali e le Chiese). La caratteristica Tecnica dell’opus reticulatum dei muri laterali della chiesetta che, pur troppo, sono stati scarsamente considerati nel corso dei secoli le cui vestigia sono state sopraffatte da successive costruzioni che ne hanno celato la presenza, ma che, negli ultimi decenni mano a mano sono affiorate. Nei pressi del tempio di Bacco, più a sud, esisteva una cisterna romana all'innesto di corso Dante, e sulla stessa linea, in fondo, il tempio di Giove Ammone; a breve distanza come si diceva il tempio di Cerere, ed oltre ancora, nella zona adiacente la località Madonna delle Grazie 1'edificio termale con il bellissimo pavimento a mosaico decorato con motivi geometrici ed eteroformi marini. Tutti i templi erano collegati mediante condotte sotterranee che alimentavano i bagni per le abluzioni. Le stessa "Via Lago" trae origine dalla presenza di numerose sorgenti che venivano incalanate in molte diramazioni per fornire i bagni, le terme ed i templi.

CORTEO DI UBRIACHE E SFRENATE BACCANTI SU VIA PAMPANI . Strada Pampani,ovvero "Via delle Baccanti" è rimasta intatta nella denominazione antica, in quanto collegata ai motivi di decorazione che frequentemente affioravano nella zona. I simboli del culto di Bacco ne delimitavano il percorso e venivano posti in evidenza durante le riunioni che si organizzavano durante la notte, quando le "baccanti" celebravano la divinità in estatica contemplazione. Lungo la strada transitava il corteo diretto al tempio, e la comitiva comprendeva una schiera di satiri dal corpo umano, piedi caprini e volto coperto da ricca ed appuntita barbetta; poi il coro delle baccanti, donne ubriache che avevano il compito di provocare l'eccitazione dei sensi. Agitavano lunghi bastoni ricoperti di tralci di vite ed edera, con una pigna sulla punta (detti "tirsi”), oppure impugnavano spade o serpi,o strumenti musicali strepitosi che emettevano suoni acuti e prolungati, fra gesta di dissennatezza e forsennate scorribande. Questo ricorda "Strada Pampani" nella rievocazione di una testimonianza storica che affonda radici anche nella leggenda e nelle mitologia, tra mito e realtà.

GIUSEPPE CATANIA

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