sabato 26 agosto 2023

La storia completa del TOSON D'ORO di Giuseppe Catania


di GIUSEPPE CATANIA


TOSON D'ORO
Ordine cavalleresco dinastico (o di collana)

II "Tosone d'Oro", ordine cavalleresco dinastico (o di collana), venne fondato,nel 1429 da Filippo II il Buono,Duca di Borgogna, in occasione delle sue nozze con l'Infanta Isabella di Portogallo. Nel 1431 il Duca ne stabili l'ordinamento ed il numero dei Cavalieri che vi potevano accedere,solo 31, quale ricompensa della fedeltà dei vassalli alla corte di Borgogna. Per il suo carattere fastoso l'Ordine del "Toson d'Oro" divenne uno dei più importanti d'Europa.
I cavalieri che ne venivano investiti, indossavano il mantello e tocco rosso e l'insegna che consisteva in un collare d'oro da cui pendeva il "vello" in oro smaltato (a ricordo dell'impresa degli Argonauti). Dalla Corte di Borgogna,dopo
l'abdicazione di Carlo V, al conferimento dell'Ordine del "Toson d'Oro" successero gli Asburgo di Spagna fino all'avvento al trono di Filippo V di Borbone (1701), che determinò la sdoppiamento dell'Ordine che venne distribuito sia dai re di Spagna che dagli Asburgo della Casa Imperiale d'Austria. L'Ordine del "Toson d'Oro" tenne il suo ultimo capitolo, per la verifica delle regole di vita e di comportamento, nel 1555 a Bruges. La consegna del "Toson d'Oro" da parte di Cesare Michelangelo D'Avalos a Fabrizio Colonna, avvenne quale riconoscimento dei servigi che la famiglia romana rese alla corte di Napoli. Fabrizio Colonna era Gran Contestabile del Regno, nipote del Cardinale Carlo. La cerimonia avvenne, con grande sfarzo alle ore 12 di domenica 24 ottobre 1723, e la festa durò fino al 2 novembre.


LABORIOSI PREPARATIVI DELLA SFARZOSA CERIMONIA
I preparativi della sfarzosa cerimonia della consegna del “Toson d'Oro” al Principe Colonna, richiamarono a Vasto una grande nobiltà. Già con dispaccio del 23 novembre 1722 il Marchese Cesare Michelangelo D'Avalos era stato informato che il Re Carlo VI d'Asburgo lo aveva designato e delegato per conferire la collana del "Toson d'Oro" al principe Fabrizio Colonna. Durante il mese precedente al 23 novembre 1723 cominciarono a giungere nel Vasto i primi notabili. II 14 ottobre arrivò il Vescovo di Trivento Mariconda, scortato da quattro staffieri in abbigliamenti sfarzosi. Il 19 ottobre venne Grazio Guidotti,Capitano della Grascia (addetto ai rifornimenti viveri) con due funzionari annonari. Poi giunse anche il Cavallerizzo Maggiore del principe Colonna, Filippo Maffei, per comunicare che il nobile romano era giunto al feudo di Atessa, insieme alla moglie Principessa Caterina Salviati, con il suo seguito. Il 20 ottobre arrivò il Marchese Castiglioni, Segretario del Re, mentre il Marchese del Vasto inviò il suo segretario, Don Felice da Cune, ad Atessa per comunicare al Connestabile i preparativi. Il 22 ottobre giunsero il Barone Lassano, il Marchese di Villa Major figlio del preside di Chieti, ed il Vescovo di Isernia Leone. Il 23 ottobre Guglielmo Amblingh, Barone di S.Ancino, con un seguito di 370 uomini di truppa, incontrò in una tenuta di San Berardino, presso Scemi,il corteo del Principe Colonna che era giunto alle ore 9.30. Qui, infatti, il Marchese Cesare Michelangelo D'Avalos, perché “amava la caccia, fece riserbare vari suoi boschi per questo divertimento, alcuni dei quali cinse di mura, ed adornò di stradoni e di casini. Uno de' più deliziosi era d'appresso al suo feudo di Scerni a 6 miglia distante dal Vasto che aveva in mezzo un diritto e vago stradone per tre miglia”. Qui, in mezzo ai padiglioni turcheschi ricchi di bordure d'oro, incontrò con gran gala il Connestabile Colonna allorché venne nel Vasto per ricevere da lui, secondo l'ordine dell'Imperatore, il Toson d'Oro. (Domenico Romanelli - SCOVERTE PATRIE- Tomo I, pagg.296-98-Napoli MDCCCV). Il Marchese D'Avalos era accompagnato dalla Moglie, Ippolita D'Avalos figlia di Giovanni di Troia. Entrambi viaggiavano su di una "stoffiglia a specchi" con traino a sei, scortata da quattro paggi a cavallo con portamantelli di velluto cremisi trinati d'oro. Seguivano a Cavallo i Baroni d'Abruzzo e di Puglia Capitanata, mentre su di una carrozza trainata da sei cavalli erano il Conte di Villamuriel e il Marchese di Villa Major, cavalieri di Camerata del Marchese.
Su tre carrozze viaggiavano le damigelle della Marchesa con alcuni gentiluomini, mentre un gran numero di nobili e titolati del Vasto a cavallo chiudevano il corteo che era annunziato da due Alfieri, due Trombe, quattro staffieri a piedi e 12 a cavallo in livrea, un Gentiluomo di Camera e un gran numero di lacchè. Il seguito del Connestabile Colonna era costituito dai cavalieri di Camerata Marchese Maccheroni e Barone Mantica, dal Maestro di Camera Cavaliere della Chiaia; dal Maestro di Camera della Principessa,Cavaliere Pieri; dal Cavallerizzo del Cardinale Carlo Colonna, Conte Scotti, dal Cavallerizzo del Principe Colonna, Don Filippo Maffei; dal Gentiluomo Don Francesco Montani di Spoleto; da due damigelle e due paggi della Principessa; due avvocati; il medico e il cameriere personale; due corni da caccia; otto staffieri e quattro famigli con tre calessi, due lettighe e dodici muli per il trasporto dei bagagli. A pochi metri dal padiglione centrale, preannunziato dal suono dei corni, in località San Berardino, comparve il principe Colonna che subito abbracciò il Marchese del Vasto,dopo che furono entrambi smontati da cavallo. Eguale caloroso saluto si rivolsero le consorti dei due principi. Nella grandissima tenda, dove venne ricomposta la scena della vittoriosa battaglia di Pavia,con gli stessi trofei conquistati all'Imperatore Francesco I, vennero serviti "frutti agghiacciati, sorbetti, cioccolata et altri confettioni,vino di diversi paesi lontani, a soddisfatione di tutti, sì quelli che accompagnavano il Sig. Connestabile,come di q.lli di S.A." Dopo il rinfresco i due cortei, i cui cavalli erano 186, giunsero in vista della città del Vasto, e subito, dall'Aragona, vennero sparate "replicate salve di mortaletti, codette e cannoni."
A Porta Castello, dove erano in evidenza i guiderdoni dell'Imperatore, del Connestabile e del Marchese del Vasto, e nel corpo di guardia 8 ufficiali di città, vennero consegnate al Principe Colonna, dal Mastrogiurato Giulio Anelli Barone di Brittoli e Carpineto, le chiavi della Città del Vasto,mentre il sindaco Dionisio Piccirilli pronunciava un'orazione di saluto. A piedi,con la scorta di quattro compagnie di soldati che inneggiavano ed esplodevano salve di archibugi, lungo la "Corsea" si giunse al Palazzo del Marchese del Vasto. Saliti ai piani superiori a ricevere gli ospiti erano i Vescovi di Isernia e Trivento, mentre fuori echeggiavano le salve di quindici colpi di cannone. Seguiva un'accademia musicale con l'intervento di tutti i Capitoli religiosi secolari e regolari, nonché di cavalieri venuti da altre località a riverire i principi. La cena venne servita nel piano riservato alla Marchesa del Vasto ed in ultimo venne versato un "prelibato vino Tokaj”.

LA CERIMONIA DI CONSEGNA DEL "TOSON D'ORO"
 Gran fermento a Palazzo d'Avalos la mattina del 24 ottobre 1723. Il Principe Colonna attendeva nelle sue stanze, dove alle ore 10,30 venne a "bussare il Marchese Castiglioni che prelevò il candidato e, tra uno stuolo di cortigiani, lo condusse all'anticamera delle Udienze. Il Marchese D'Avalos qui stava seduto in trono in abito da cerimonia recando le insegne imperiali. Fece cenno di introdurre il Principe Colonna. Allora il Segretario Regio , Giovan Battista Cantiglioni, lesse in latino il diploma del Re di Spagna con il quale si incaricava il Marchese D'Avalos di conferire al Gran Connestabile del Regno l'Ordine del Toson d'Oro.
 Il Principe Patrizio Colonna, dopo aver dichiarato obbedienza alle regole ed allo Statuto dell 'Ordine, prestò il giuramento di rito. Fece allora ingresso nell'aula il Conte di Villamuriel che prese la spada d'onore e la porse al Marchese D'Avalos per ordinare Cavaliere l'insignito dell'ordine del Toson d'Oro. Il Principe Colonna, restando in ginocchio giurò sul proprio onore e ricevette la collana d'oro dal Marchese D’Avalos. Entrambi si abbracciarono scambiandosi complimenti reciproci e, scortati dal Segretario Regio, raggiunsero le dame, i cavalieri e la nobiltà in sosta nelle sale attigue. Poi, nella sala di San Pietro, nel cui altare era un quadro di S.Andrea, protettore dell'Ordine del Toson d'Oro, all'ingresso del corteo venne intonato il Te Deum dal Capitolo di S. Maria Maggiore presieduto dal Vescovo di Trivento in abiti pontificali. Fuori, intanto, rintoccavano le campane di tutte le chiese ed echeggiavano le salve dell'artiglieria del Castello e delle archibugiate della truppa radunata nelle piazze. Venne Celebrata una Messa breve a conclusione della quale venne distribuito cibo di ogni sorta al popolo e due fontane artificiali antistanti il Palazzo D'Avalos per molte ore versarono vino bianco e rosso.

VINCOLI DI PARENTELA TRA I D'AVALOS E I COLONNA 
Solenne e sfarzosa fu la cerimonia di consegna del "Toson d'Oro" da parte del Marchese del Vasto, Cesare Michelangelo D’Avalos per incarico ricevuto dall'Imperatore Carlo VI, al Principe Fabrizio Colonna,Gran Connestabile onorario del Regno di Napoli, nipote del Cardinale Carlo Colonna, eminente componente del Sacro Collegio. Il Marchese del Vasto,Don Cesare Michelangelo,si fregiava, per successione delle insegne dell'ordine del Toson d'Oro e vantava vincoli di parentela con la potente storica famiglia romana dei Colonna. Infatti, già nel 1527, il valoroso generale Fabrizio Colonna, avo di questo, insieme al fratello Prospero, passava dalla parte del re di Napoli Ferdinando II; per rinsaldare l'atto di riconciliazione col re aragonese,concesse in sposa la figlia Vittoria,donna di cultura,famosa poetessa e gloria d'Italia, a Ferdinando Francesco D'Avalos, figlio di Alfonso, Marchese di Pescara. Questi si era distinto nella difesa contro i francesi di Carlo VIII e,nel 1525 fece prigioniero il re Francesco I a Pavia meritandosi il titolo di "Achille dell'Armata Cesarea". Nel 1536 Alfonso D'Avalos successe a Ferdinando Francesco, col titolo di Marchese di Pescara e II Marchese del Vasto,Gran Camerario del Regno, Principe di Monteodorisio e Cavaliere del 'Toson d'Oro", Generale della Fanteria Imperiale di Carlo V. Nel 1538 si trovò impegnato nello scontro navale con gli ammiragli di Francia, Filippo e Andrea Doria venuti in soccorso all'armata del generale Lautrec accampata sotto Napoli. Alfonso D'Avalos venne fatto prigioniero insieme ad Ascanio e Camillo Colonna e furono poi riscattati con ingente somma di denaro. Alfonso, con la moglie Maria, e Ascanio Colonna, con la moglie Giovanna d'Aragona, entrambe le donne nipoti del re Ferdinando, parteciparono alle nozze di Alessandro dei Medici duca di Firenze, sposo a Margherita d'Austria. Indubbiamente,Carlo VI, nel conferire l'incarico al Marchese Don Cesare Michelangelo D'Avalos del Vasto di consegnare al Principe Fabrizio Colonna,le insegne dell'Ordine del “Toson d'Oro”,volle, non solo riconoscere la fedeltà dei due esponenti delle nobili famiglie che annoveravano valorosi condottieri,bensì anche riconfermare la sua autorità imperiale nei confronti dei suoi sudditi.

TRA BATTUTE DI CACCIA E FESTEGGIAMENTI A VASTO IL SOGGIORNO DEL PRINCIPE COLONNA
Sfarzo e magnificenza caratterizzarono il soggiorno del principe Patrizio Colonna, ospite del Marchese Cesare Michelangelo d'Avalos, il cui palazzo era ogni sera illuminato da centinaia di torce di cera fino al consumo. Fuori la gente era deliziata da festeggiamenti ed attrazioni, tra cui l'albero della cuccagna, canti e vino a volontà, con fuochi di artificio. Il 25 ottobre il cattivo tempo costrinse tutti a stare dentro il Palazzo. La mattina venne così impiegata nello scambio di doni fra la principessa Colonna e la marchesa D'Avalos. Nel pomeriggio con le carrozze si andò a visitare il Palazzo della Penna dóve vennero donati 8 cavalli al Connestabile Colonna il quale a sua volta contraccambiò donando al Cavallerizzo del marchese del Vasto un anello di diamanti con due rubini e al maestro di stalla 10 doppie. Venne compiuta una visita alla villa del Marchese in località Frutteto e poi al ritorno, dal balcone del Palazzo a Vasto, tutti si affacciarono per assistere allo spettacolo pirotecnico; poi scesero a teatro per la rappresentazione de "II trionfo di Bacco" in dialetto napoletano. L'indomani, sotto una pioggerella leggera ma insistente,ci si avviò all'imbarco alla Marina su di un brigantino a 36 remi, ma, a causa del vento impetuoso,venne stabilito di effettuare il viaggio per raggiungere la tenuta della Bufalara e partecipare ad una battuta di caccia. La nobile comitiva prese posto su cinque mute a sei, due lettighe e 12 calessi. Seguivano altri cittadini e invitati su quaranta carrozze e 400 cavalli. Le dame,i prelati e i quattro Cavalieri di Camerata giunti alla Bufalara,presero posto su di una grande carrozza per assistere alla battuta di caccia che però non fu propizia: a causa delle avverse condizioni atmosferiche la selvaggina fu costretta a rifugiarsi nel bosco fitto, a Montebello. Solo vennero presi 10 caprioli, 3 cinghiali, una lepre e due volpi. Fu allestito il padiglione per il pranzo su 60 tavole per il seguito regale, mentre gli altri,in numero di circa 527 tra cacciatori e gente accorsa,si accamparono nei pressi. Il Connestabile regalò al Marchese un fucile con canna spagnuola; al marchese di Castiglione un cavallo riccamente bardato. Ma in seguito una improvvisa pioggia torrenziale sconvolse la comitiva e guastò i costumi e le acconciature. Il maltempo durò anche la giornata del 27 ottobre cosicché vennero scambiati doni. La mattina del giorno 28 ancora convenevoli e donativi tra gli ospiti di palazzo D'Avalos e, nel pomeriggio in visita al palazzo di Santa Lucia dove la sera in quel teatro venne rappresentata la famosa Tragedia "Merope" di Scipione Maffei. Il giorno successivo il Connestabile Colonna si recò al giardino marchesale di Villa Canale e poi al Palazzo della Penna. Nel pomeriggio si recò a far visita ai frati osservanti del convento di S.Onofrio. A sera tutti parteciparono ad una accademia teologica e politica tra recite di componimenti classici. La notte venne, purtroppo, guastata da un furto sacrilego nella chiesa di Santa Maria Maggiore, ad opera di ignoti ladri a danno dei prelati Don Francesco Spadaro e Don Diego Persichetti i quali perdettero alcuni effetti personali, e della chiesa:il "bottino fu di 100 ducati. Il 30 ottobre, nonostante il freddo,verso mezzogiorno il principe Colonna e la consorte si recarono nuovamente a Palazzo della Penna e poi, nel pomeriggio a San Lorenzo nella villa marchesale. Il 31 ottobre il corteo regale si mosse per una nuova battuta di caccia, passando per il giardinetto. Prima di sera i due Principi con le rispettive consorti, su di una berlina con seguito di 4 carrozze si recarono a visitare il convento delle monache di Santa Chiara. Nei pressi del carcere,in via Santa Maria Maggiore,vennero liberati 27 detenuti per reati penali (gli altri detenuti per reati civili erano stati scarcerati il giorno 24 ottobre). Il giorno 1° novembre, dopo aver ascoltato la Messa nella chiesa di San Francesco di Paola, altra battuta di caccia nella tenuta marchesale di San Berardino di Scerni,con scambio di doni. Per il giorno della partenza dei principi Colonna giunsero il 2 novembre due brigantini per imbarcare gli illustri ospiti e condurli fino a San Vito. Ma il mare in tempesta non consenti l'attracco. Via terra,salutati da ripetute scariche di cannoni, accompagnato per lungo tratto dal Marchese d'Avalos col seguito, il Connestabile si diresse alla volta di Roma,traghettando sul Sangro,toccando poi Lanciano per visitare la chiesa della Madonna del Ponte e il Miracolo Eucaristico. Sostò un giorno per visitare le reliquie custodite nella chiesa degli Agostiniani e il Monastero delle monache. A Francavilla al Mare le insegne del Marchese D'Avalos salutarono quelle del Principe Colonna la cui visita ebbe numerosi ed attenti cronisti quali,in particolare Orazio Guidotti, Capitano della Grascia degli Abruzzi, funzionario addetto al vettovagliamento, che annotò scrupolosamente i dettagli della visita e della sosta a Vasto del Connestabile Fabrizio Colonna.
 GIUSEPPE CATANIA

2 commenti:

SOLVENTE ha detto...

Grazie al concittadino Prof. Catania, per la dotta spiegazione....Vasto e' veramente una perla ....a 360 gradi, il mare, la storia, le tradizioni, il cibo prelibato, la sua letteratura , e lingua, nonche' la sua musica ed i magnifici cittadini la rendono pregevole, e facile d'amare.
Lunga vita a Vasto.....

Federico Caruso ha detto...

Salve,ma da quanti anni c'è questa rievocazione a Vasto?Grazie