mercoledì 21 aprile 2010

Avviso importante per gli innamorati

GLI INNAMORATI CHE SI BACIANO AL COSPETTO DI ZA' MASCIA SI SPOSANO ENTRO L'ANNO!!!
Passeggiando nei pressi della chiesa di S. Maria Maggiore, all’altezza di Piazza del Tomolo, non può lasciare indifferenti la lastra tombale murata sulla parete ovest della chiesa. Za’ Mascia (Zia Tommasa), come viene comunemente chiamata, secondo alcuni è una lastra funeraria erratica di uomo giacente (sec.XII), secondo altri rappresenta un guerriero normanno. Lo storico vastese Vittorio d’Anelli ha scritto nel suo libro Histonium ed il Vasto, che si tratta di monaco filippino (fine sec. XVI), mentre secondo qualche giornalista poco attento alla storia locale ha scritto, e cito testualmente, che si tratta di una “una scultura raffigurante una donna in antichi costumi”.
Lasciando perdere quest’ultima ipotesi, la lastra quasi sicuramente è stata murata durante i lavori di rifacimento della chiesa tra il 1700-1800 e su di essa è nata una piccola leggenda (chissà se inventata dallo stesso giornalista della precedente quanto infelice citazione) secondo la quale gli innamorati che si baciano al suo cospetto si sposano entro l’anno.
Lino Spadaccini

3 commenti:

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

noooo! si lasciano entro l'anno!

giusfra.poll ha detto...

Mia sia permessa una doppia pubblicità. Pensando che qualche innammorato con la voglia di sposarsi ce ne fosse ancora in giro, e magari propenso a credere alla "leggenda", nella mia produzione 'fittile', ho riprodotto una lastrina ceramica di za' mascia. Confesso, richiesta scarsa e poco interesse, pensavo culturale, era ed è solo una renitente quanto provvida non voglia di legalizzazione all'accoppiamento.
Qualcuno - nella mostra "materia forma e colore", patrocinata dall'assessore alla cultura dell'epoca, tale Francescopaolo D'Adamo - me la chiese per inviarla ai suoi parenti ...alla Merica. Ah, come sono meglio i ...vastesi di fuori!
Tant'è. Ma se qualcuno volesse vederla e averla (utilizzo a parte) forse qualche esemplare può trovarlo ancora in via di San Gaetanello, al Piccolo Mondo... di mia sorella Tilde e di Nicola Artese.

Va beh, ho fatto pubblicità anche a Paoluccio nostro! Nicola, abbi pazienza, in fondo sono cose di ...noivastesi.
Pino Pollutri

maria ha detto...

Personalmente, non ho una gran passione nel acquistare queste opere, intendo le riproduzioni e manifatture varie, mi piace ammirarle, guardarle, gustarmene le emozioni e poi andare via... In casa ho solo, chissà in quale stipo, una lupa comprata a Roma, addirittura in gita scolastica, i primi anni ottanta, non so ancora perchè l'ho portata con me e non lasciata a casa dei miei...
Non ci trovo nulla di male nel non comprare di queste cose, o si ha la passione di tenerle e curarle oppure si ammirano e non si comprano, poi comprarle come ragalo non saprei.. Al primo compleanno di mio figlio, volevo dare in omaggio agli invitati appunto un ricordo raffigurante la città dove vivo, San Salvo o anche di Vasto, ma poi ripensandoci, gli invitati erano e sono residenti tra Vasto e San Salvo, quindi mi sono detta se mai lo avrebbero apprezzato, ed ho optato per lavori simpatici sempre in terracotta, credo che non centri nulla con l'amore di e per una città, che sia natale o che se ne abbia un caro ricordo....
Ovviamente, il tutto detto da una che non vorrebbe mai e non ha anelli in pietre preziose, coralli veri ecc. in quanto, li considero solo oggetti e come tale li tratto e li tratterei...